Il reparto della Polizia Penitenziaria di Agrigento si trova a fare i conti con l’ennesimo episodio di violenza. Nella serata di ieri, un detenuto attualmente ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale Civile di Agrigento ha scatenato il caos, aggredendo improvvisamente e senza alcuna motivazione apparente gli agenti incaricati del suo piantonamento. La furia del soggetto ha creato momenti di estrema tensione, mettendo in serio pericolo non solo il personale di Polizia Penitenziaria, ma anche gli operatori sanitari presenti nella struttura.

Il detenuto, già noto per precedenti episodi di violenza contro poliziotti e operatori, è stato faticosamente immobilizzato. L’intervento degli agenti si è reso necessario non solo per riportare l’ordine, ma anche per garantire l’incolumità dello stesso aggressore. A causa degli sforzi compiuti per contenere il soggetto, i poliziotti coinvolti sono stati costretti a ricorrere alle cure del locale pronto soccorso per le lesioni riportate durante la colluttazione.

La criticità della gestione psichiatrica nel sistema carcerario

L’episodio riaccende i riflettori su una delle piaghe più profonde dell’amministrazione penitenziaria moderna: la gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche. La difficoltà di contenimento di questi soggetti è evidente persino all’interno dei reparti ospedalieri specializzati, rendendo quasi impossibile garantire standard adeguati di sicurezza e trattamento quando questi vengono ristretti nelle sezioni ordinarie delle carceri, a stretto contatto con la popolazione detenuta comune.

Questa situazione di cronica instabilità trasforma le carceri e i luoghi di cura in contesti ad alto rischio, dove il personale di polizia si trova spesso a operare in condizioni di estrema precarietà, dovendo sopperire a carenze strutturali che esulano dalle loro dirette competenze professionali.

L’appello dei sindacati e la richiesta di protocolli chiari

Sulla vicenda è intervenuta la Confederazione Sindacati Penitenziari, che ha espresso piena solidarietà ai colleghi feriti. L’organizzazione sindacale ha colto l’occasione per lanciare un fermo monito alle autorità regionali e nazionali, chiedendo un’assunzione di responsabilità che non può più essere rimandata. La richiesta è chiara: servono interventi concreti e risolutivi per impedire il ripetersi di simili episodi di violenza.

Le sigle sindacali invocano l’adozione di protocolli operativi precisi, l’individuazione di strutture realmente idonee alla gestione di disturbi psichiatrici gravi e, soprattutto, un potenziamento delle tutele per il personale di Polizia Penitenziaria. Il timore espresso è che, senza una riforma strutturale del sistema di accoglienza e cura, gli agenti continueranno a essere lasciati soli a fronteggiare situazioni di elevata pericolosità che mettono a repentaglio la loro incolumità quotidiana.