Un blitz antidroga dei carabinieri della Compagnia di Sciacca ha consentito di smantellare una organizzazione che avrebbe gestito lo spaccio di stupefacenti a Ribera. L’operazione, denominata “Bazar”, ha portato all’arresto di quattro persone; altre tre sono state sottoposte all’obbligo di dimora nel comune di residenza mentre altre 4 hanno ricevuto avvisi di garanzia.
Gli indagati devono rispondere, a vario titolo ed in concorso, di spaccio di sostanze stupefacenti, anche nei confronti di minorenni, estorsione e detenzione illegale di arma. Il blitz si è svolto ieri sera con l’impiego di una quarantina di carabinieri, coadiuvati da due unità cinofile per la ricerca di sostanze stupefacenti e con il supporto di un elicottero. L’indagine, svolta attraverso pedinamenti ed intercettazioni, era stata avviata nell’aprile di un anno fa e coordinata dalla Procura di Sciacca che ha chiesto al Gip l’emissione delle misure cautelari.
L’organizzazione avrebbe gestito il traffico di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e cocaina) rivendute anche a minorenni. La droga veniva acquistata nella “piazza” di Palermo, per poi essere trasportata da corrieri che si muovevano su autobus di linea.
Il “vertice” del clan era costituito da due tunisini, i quali si occupavano di organizzare i viaggi verso Palermo per rifornirsi della sostanza.
Fra i destinatari del provvedimento c’è anche Giuseppe Fallea, di 60 anni, per il quale sono scattati gli arresti domiciliari. Undici le persone indagate. Oltre Fallea anche altri due riberesi: Giuseppe Fortino di 36 anni e Calogero Bellanca, 45 anni. Gli altri indagati sono tutti extracomunitari da tempo residenti o operanti a Ribera.
L’indagine ha permesso di appurare che, in un caso, uno degli spacciatori avrebbe costretto con violenze e minacce un “cliente” che però sarebbe anche fra gli indagati a consegnare l’autovettura di proprietà a garanzia della somma di denaro dovuta per la cessione di droga, di qui anche l’accusa di estorsione che viene contestata solo a Fallea che avrebbe sottratto alla disponibilità del possessore una Audi A 5 di proprietà di Giuseppe Fortino, il quale – secondo Fallea – non aveva onorato debiti pregressi relativi all’acquisto di droga e per questo motivo si sarebbe impossessato dell’autovettura per costringere Fortino a pagare.
Quest’ultimo, a sua volta, risponde del reato di detenzione e porto illegale di revolver che veniva usato per convincere quanti non avevano pagato la droga precedentemente acquistata.
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