Un colosso di quasi otto metri di altezza, un telamone immenso che nasce dall’accorpamento di alcune grandi statue, le stesse che erano sistemate tra le colonne del famoso tempio di Zeus Olimpio, di cui sono giunte a noi solo le rovine.
Nella Valle dei Templi di Agrigento è appena stata completata la ricostruzione della figura-simbolo della potenza di Zeus che, secondo il mito, costrinse i giganti sconfitti a sorreggere in eterno il “peso” del tempio a lui dedicato.
La presentazione del Telamone il 29 febbraio
Lo “svelamento” del telamone sarà giovedì 29 febbraio, alle 11, nella Valle dei templi. Presenti il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani; l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato; il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta; il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché; il prefetto di Agrigento, Filippo Romano; il curatore del progetto di musealizzazione, Carmelo Bennardo, e l’esperto scientifico del progetto, Alessandro Carlino.
Il colosso poggia su una struttura in acciaio corten, che supera da sola i dieci metri. È stato realizzato combinando blocchi originali e frammenti scoperti già nel 1920 e conservati nell’area del tempio che appartenevano a diversi telamoni.
Sarà il cuore di un’imponente operazione di musealizzazione dell’intera area sulla base degli studi condotti da alcuni anni dal Parco della Valle con l’Istituto archeologico germanico.
In vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura
Il tutto su progetto dell’architetto Carmelo Bennardo, con un passato al Parco della Valle dei Templi e attuale direttore del Parco archeologico di Siracusa. Il Telamone sarà anche il simbolo di una città che si rialza e che guarda al futuro, al 2025 quando sarà Capitale Italiana della Cultura. L’Ente Parco ha investito nell’operazione per l’innalzamento del nuovo Telamone risorse per circa 500.000 euro che comprendono anche la musealizzazione dell’area del tempio di Zeus e l’impianto di illuminazione notturna del monumento.
Sarà possibile “rileggere” correttamente l’intera area sacra del santuario con un percorso che conduce all’imponente altare di Giove. Oltre al progetto più scenografico cioè quello del ri-assemblaggio della trabeazione (architrave, fregio e cornice) vi è la musealizzazione delle parti dell’enorme statua che è sostenuta tramite una sottile lastra in acciaio corten con mensole di pochi millimetri: un supporto antisismico, di ultimissima generazione.
Commenta con Facebook