E il secondo?
La possibilità, cui si è giunti alla fine del convegno, di proporre una scomunica non solo per i mafiosi, ma anche per i corrotti. Al convegno, hanno partecipato circa 50 tra magistrati anti-mafia e anti-corruzione, vescovi, personalità di istituzioni vaticane, degli Stati e delle Nazioni Unite, capi di movimenti, intellettuali e alcuni ambasciatori. Il fenomeno è stato affrontato a livello globale non solo in senso geografico, ma anche in senso integrale in quanto riguarda la politica, l’economia, la cultura, la morale, la religione.

Perché la necessità di mettere sullo stesso piano mafia e corruzione?
Il rapporto tra mafia e corruzione è in effetti molto stretto. Il dato è sotto gli occhi di tutti. Ma vi sono anche autorevoli studi scientifici che lo dimostrano, valga ad esempio quando ha illustrato Nino La Spina sociologo e docente della Luiss, che ha detto: “Esistono rapporti sinergici tra mafia e corruzione. Ma i due fenomeni possono essere totalmente indipendenti tra loro. A volte i corrotti della pubblica amministrazione, se ci riescono, preferiscono escludere la mafia, perché si tratta di un altro attore con il quale dividere i proventi. La zona grigia, quindi, è qualcosa di diverso rispetto alla mafia, ma spesso coincide con i fenomeni corruttivi”.
E qual è l’interesse della Chiesa?
Questo tema appare nei documenti dell’Insegnamento sociale della Chiesa in modo esplicito nell’ultimo trentennio nelle encicliche di Giovanni Paolo II Sollicitudo Rei socialis del 1987 e nella Centesimus Annus del 1991, E poi in maniera più organica è trattato nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa del 2004, in cui esso è legato alla “deformazione del sistema democratico […] che distorce alla radice il ruolo delle istituzioni rappresentative, perché le usa come terreno di scambio politico tra richieste clientelari e prestazioni dei governanti” (n.411). Ma con papa Francesco è divenuto particolarmente attuale.

Perché?
Perché è più volte intervenuto su questo tema sia in documenti quali l’esortazione Evangelii Gaudium e l’enciclica Laudato Sii, in discorsi ufficiali e nelle omelie mattutine nella cappella di Casa santa Marta. Per esempio l’11 novembre 2013 ai parlamentari italiani aveva detto «Peccatori sì, corrotti no» e il 21 marzo 2015 a Napoli usando un neologismo aveva affermato: «La corruzione spuzza, la società corrotta spuzza».