Non solo il covid party sui Nebrodi con un diciottesimo con 150 invitati eadesso 58 positivi e 30 tamponi in attesa costato la zona rossa a Capizzi da oggi alle 14,00. Anche nell’Agrigentino una cena di Natale è costata molto cara a Raffadali, con oltre trenta persone risultate positive al test rapido. E’ lo stesso sindaco del paese agrigentino Silvio Cuffaro a darne notizia su social.
“La cena di Natale, purtroppo è stata devastante per il nostro territorio – dice amareggiato il Primo Cittadino -. Io non voglio biasimare nessuno e so che il Natale è una festa di famiglia, è una festa che per tradizione ha riunito le famiglie e anche se quest’anno era stato raccomandato di non farlo, molti non hanno ascoltato i consigli miei e le disposizioni governative”.
Secondo il sindaco di Raffadali, ci sono intere famiglie coinvolte, dal più giovane al più anziano risultati positivi al tampone. Dunque riunioni familiari, che hanno permesso la circolazione del virus e quindi i contagi.
Il Dpcm di Natale permette, nei giorni di “zona rossa”, di accogliere a casa al massimo 2 ospiti non conviventi per giorno, che potranno essere accompagnati da minori di 14 anni. Nel giorno di Natale sono diverse le persone che invece hanno colto l’occasione per festeggiare con i propri cari e non hanno seguito le indicazioni del Dpcm?
“Oggi non possiamo fare che una semplice riflessione: si è sbagliato! Non dobbiamo continuare a sbagliare – continua Cuffaro – ma dobbiamo evitare di commettere gli stessi errori”.
“Il virus, purtroppo è una bestia subdola. Colpisce senza che noi ce ne accorgiamo. Possibilmente l’abbiamo dentro di noi, siamo degli asintomatici, facciamo una vita regolare in famiglia, tra gli amici e lo contagiamo ad altri. Poi inizia a colpire i più deboli, le persone più sensibili, che non hanno una reazione degli anticorpi pronta e ci lascia una vita, quindi sacrifichiamoci per queste festività e evitiamo di commettere ulteriori errori”.
“Io saluterei volentieri il vecchio anno, perché è un anno da dimenticare, però lasciamolo andare via, così come è venuto. Era venuto con tanti buoni propositi, ma poi alla fine è stato un sconvolgimento mondiale, la pandemia ha travolto tutto e tutti. Ci ha trovati tutti impreparati. Ormai siamo alla fine, speriamo di conviverci per qualche altro mese e poi voltare pagina. Però bisogna arrivarci pronti e per questo non dobbiamo appesantire il servizio sanitario”.
“Sono arrivati i vaccini in provincia di Agrigento e il personale sanitario serve per sconfiggere il virus, per vaccinare tutti noi, non per curarci. Quindi evitiamo di commettere nuovi errori. Ve lo chiedo per voi, per le vostre famiglie e per l’intera comunità di Raffadali”.
Poi parla dell’esperienza terribile del fratello Totò (ex Presidente della Regione Siciliana ndr), scampato miracolosamente al Covid-19.
“Vi voglio leggere – dice il sindaco di Raffadali – le riflessioni fatte da un nostro concittadino che arrivato vicino alla morte, ma per fortuna è tornato indietro. Parlo di una persona a me molto cara, parlo di mio fratello. Mio fratello ha scritto questa semplice riflessione: “L’orco insidia, logora e toglie il respiro, l’aria, il fiato. La notte scorre inquieta, impari a patire e temi l’offesa finale. Ed ecco il manto dei medici, degli infermieri e dei socio sanitari angeli terreni, dal tenero sorriso e dagli occhi buoni e luminosi”.
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