“Non posso più tollerare un atteggiamento di questo genere da parte dell’Asp di Agrigento. Se hanno bisogno del personale vado io nel pomeriggio come volontario a caricare nei computer questi dati”.

A parlare di quella che – a suo dire – è l’attuale situazione dell’Asp di Agrigento è il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro, fratello dell’ex presidente della regione siciliana Totò Cuffaro.

In una diretta Facebook, senza mezzi termini ha spiegato le difficoltà che incontra come Primo Cittadino ad interfacciarsi con l’Asp di Agrigento. Per Cuffaro, i tamponi da parte dell’Asp vengono notificati con ritardo e ciò aggrava la già preoccupante situazione sanitaria.

“Non riesco a trovare un punto d’incontro con l’Asp di Agrigento – spiega il sindaco – e sono molto amareggiato. Non posso recarmi ogni volta lì per avere ciò che mi spetta. Voglio conoscere la situazione dei tamponi processati ai miei concittadini in tempo reale”.

“Siamo in una situazione – spiega – in cui i cittadini che hanno effettuato il tampone il 31 pomeriggio e stamattina (5 novembre ndr) sono andato all’Asp e ho avuto notizie di due tamponi positivi e ancora oggi non mi sono stati notificati per le vie legali e di conseguenza non posso notificare il provvedimento ai due miei concittadini”.
“E’ necessario che i comuni vengano messi a conoscenza dello stato di salute dei propri concittadini. A maggior ragione, quando i tamponi sono risultati positivi che possono continuare a contagiare cittadini che rimangono a casa per il loro buon senso”.

“Non è possibile continuare con questo stato delle cose. Cosa serve scaricarsi l’app Immuni se poi i dati della piattaforma vengono messi con quattro, cinque giorni di ritardo?”

“Ognuno faccia il proprio dovere e il nostro dovere non si fa passeggiando o alzando la voce. Non ha ragione chi alza la voce, ma ha ragione chi organizza bene il servizio di competenza, cosa che purtroppo all’Asp non avviene. E di questo sono molto amareggiato e ricorrerò sicuramente per le vie legali”.

Dunque un Cuffaro esasperato da una situazione epidemiologia preoccupante, resa ancora più complicata da inceppamenti burocratici.  “Non capisco perché – ci racconta in un’intervista telefonica – l’asp di Agrigento non prende infermieri, perché non fa rientrare il personale amministrativo distaccato e lo fa rientrare per caricare i dati. Ci sono delle cose che non capisco”.

“Il tracciamento e la tempestività nella ricerca dei positivi sono fondamentali, poiché questo virus è talmente subdolo che in qualche caso, ci si ritrova da essere asintomatico ad essere intubato dopo qualche giorno. Non possiamo permetterci questi ritardi”.
Nella città che amministra, Cuffaro ha gestito con rigore l’emergenza sanitaria sia durante la prima ondata e che oggi nella seconda. Appena iniziata la scuola ha fatto sottoporre a tamponi i docenti e il personale scolastico e ha istituto un drive in, per permettere ai cittadini che venivano da fuori e non solo, di sottoporsi ad un tampone rapido gratuito.
“Finora – racconta Cuffaro – abbiamo effettuato circa 850 tamponi facendo scoprire 15 cittadini positivi. I tamponi sono stati acquistati dall’amministrazione comunale e da qualche imprenditore che ci ha dato una mano. Adesso ci stiamo preparando all’acquisto di altri tamponi rapidi”.

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