Un bambino che non vedrà mai il volto della sua mamma, un papà, un professore e altre storie di uomini e donne, spazzate via dal boato di Ravanusa. Mentre le mani dei soccorritori sono ormai sfinite, non smettono di cadere le lacrime nel paese in provincia di Agrigento, colpito da una sciagura senza precedenti. È lutto per le strade del paese, squarciato al suo interno dall’esplosione provocata da una fuga di gas. Oltre a quelle case sgretolate in meno di un secondo però resta il dolore di vite spezzate, di vite che stavano per venire al mondo, di vite vissute per gli altri e di amori che erano appena sbocciati.

Vite spezzate, atroce dolore per i due sposini

Selene e Giuseppe erano sposati da poco o più di un anno. Lei, infermiera all’ospedale di Agrigento, era pronta a partorire, al nono mese. Quel sabato ha mostrato felice il pancione alla suocera sabato sera, mentre erano ancora sul pianerottolo del terzo piano che non c’è più. Dovevano andare a mangiare al ristorante quella sera. Forse non hanno nemmeno capito cosa stava accadendo, tutto è avvenuto in un baleno e tutto è venuto già. Tutti hanno sperato per le sorti della coppia e di qual bimbo che stava per vedere la luce. Quella luce però non la vedrà mai. Tra i cadaveri ritrovati questa mattina ci sono anche loro.

Sogni e vite cancellate

L’esplosione ha cancellato tutti i sogni. Cancellate le vite di almeno sette persone. Tanti sono i morti accertati fino a ora. Assieme a Selene e Giuseppe, ci sono anche i genitori di lui, gli inquilini di altri piani e della casa accanto. Tra i morti anche un professore che aveva lottato e vinto contro il Covid. Pietro Carmina, lo chiamavano il professore. Era un letterato una delle tre vittime accertate, le altre sono Maria Crescenza Zagarrio e Calogera Gioacchina Minacori, per tutti Liliana. Carmina era un insegnante amato dagli studenti del liceo Foscolo a Canicattì.  Una vita spesa per la filosofia, autore di un libro appena premiato con una targa a Sambuca di Sicilia, “I totomè del barone”. Una trama che inquieta perché, oltre ai dolci carnevaleschi citati nel titolo, tutto ruota attorno al pauroso incendio della chiesa madre di Ravanusa.

Sette vittime accertate, otto col bambino

Adesso il bilancio è tragico: sette vittime oltre al piccolo che Selene portava in grembo, due persone che ufficialmente sono ancora disperse e soltanto due sopravvissute all’esplosione. Queste ultime, cognate ottantenni, si trovano ricoverate in buone condizioni all’ospedale di Licata ma da ore chiedono incessantemente notizie dei parenti.

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