Il Gip di Agrigento, Francesco Provenzano, ha convalidato l’arresto di Antonio Portelli, 47 anni, di Licata, applicandogli la custodia cautelare in carcere per l’accusa di lesioni aggravate e porto abusivo di arma da fuoco. L’indagato, davanti al giudice, ha fornito la propria versione dei fatti dicendo di aver sparato dopo essere stato insultato e che non voleva uccidere la donna. Resta il giallo sul movente che potrebbe essere legato a un litigio fra vicini.

L’episodio è avvenuto sabato sera nel quartiere Villaggio dei Fiori. Tre i colpi di arma da fuoco esplosi due dei quali hanno raggiunto la quarantenne alla gamba sinistra. La donna, dopo un primo ricovero all’ospedale di Licata, è stata trasferita a Chirurgia vascolare dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta.

Sangue a Licata, l’omicidio di Castronovo

Un bracciante agricolo di Palma di Montechiaro, Angelo Castronovo, 65 anni, era stato ucciso qualche mese prima in contrada Cipolla, zona di campagna in territorio di Licata. L’uomo, che di recente era stato arrestato per armi, è stato assassinato con diversi colpi di arma da fuoco.

Chi era la vittima

Angelo Castronovo viveva a Licata dallo scorso marzo. Dopo sei mesi di carcere e un anno di arresti domiciliari, era tornato in libertà. Era stato arrestato, dalla Squadra Mobile, il 30 luglio del 2020, nell’ambito dell’inchiesta su una faida, che avrebbe provocato due omicidi come conseguenza del furto di un trattore. A ritenere affievolite le esigenze cautelari era stata la Corte di assise di Agrigento. L’uomo era stato rinviato a giudizio per dodici ipotesi di detenzione e porto illegale di armi.

A Palma il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 furono messi a segno due agguati. In uno fu ucciso Enrico Rallo,
trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar. Ad ammazzarlo, secondo la Procura, sarebbero stati lo stesso Castronovo e Salvatore Azzarello, 37 anni, che è stato, poi, ucciso nel 2017.

Castronovo era stato arrestato ed era finito a processo solo per un traffico di armi connesso all’indagine, il gip ritenne,
infatti, che non ci fossero gli indizi di colpevolezza per i due delitti. L’inchiesta è coordinata dal pm di Agrigento Giulia Sbocchia e dall’aggiunto Salvatore Vella. E’ stato richiesto l’intervento dei vigili del fuoco del comando provinciale per illuminare l’area