Nessuno stop all’abbattimento delle abitazioni abusive di Licata, in provincia di Agrigento. E’ stata respinta la richiesta di sospensiva di tutti i provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale per demolire le costruzioni abusive in paese.

Il ricorso era stato presentato da Giuseppe Corvitto, Concetta Iacona, Maria Carmela Iacona, Nicolò Gibaldi, Gaetano Curella, Calogero Greco Polito, Angelo Valoroso, Stefano Quaranta, Vincenzo Mule’, Francesco Marrali, Angelo Antona, Francesco Tardino, Angelo Curella, Gaetano Russotto, Giuseppe Farruggio, Gaetano Greco Polito, Salvatore Ripellino, Angelo Russotto, Angelo Torregrossa, Giuseppe Russo, Angela Calabrese, Giuseppe Vitali, Gaetano Cutaia.

Tutti contro il Comune di Licata, assistito dall’avvocato Michele Burgio, e l’impresa Salvatore Patriarca che si è aggiudicata l’abbattimento delle abitazioni assistita dagli avvocati Benedetta Caruso e Agata Gabriella Caudullo. I ricorrenti chiedevano la sospensione e poi l’annullamento del bando di gara, per regolare l’esecuzione dei lavori di “Demolizioni Immobili Abusivi”.

Non solo ma chi ha presentato il ricorso chiedeva l’annullamento del verbale di gara del 30 ottobre 2015, con il quale il Comune di Licata ha provveduto ad aggiudicare in via provvisoria l’incanto di che trattasi in favore dell’impresa di Costruzioni Patriarca Salvatore e la determina dirigenziale 987 del 27 novembre 2015, con la quale il Comune di Licata ha approvato l’aggiudicazione in via definitiva dell’accordo quadro in questione in favore dell’impresa di Costruzioni Patriarca Salvatore.

I giudici della Terza Sezione del Tar Palermo presieduta da Nicola Maisano, Aurora Lento Estensore e Lucia Maria Brancatelli, referendario, hanno respinto la richiesta di sospensiva e legittimato i provvedimenti dell’amministrazione comunale. I cittadini di Licata che hanno presentato il ricorso sono stati condannati a pagare mille euro per le spese nella fase cautelare.