Un Consensus Meeting, in programma a Lampedusa dal 10 al 13 ottobre, che ha coinvolto ventinove relatori e cento professionalità d’eccezione (tra ginecologi, biologi ed esperti di diritto), nell’ambito della procreazione assistita italiana e internazionale. Ecco cos’è il convengo organizzato dalla Siru (Società italiana per la riproduzione umana), giunto alla sua ultima giornata, che, ieri sera, ha conferito il Premio Siru al ginecologo e scrittore Pietro Bartolo, che a Lampedusa ha salvato tante vite e fatto nascere migliaia bambini in condizioni tragiche e proibitive.
Come sottolinea il presidente nazionale della Siru, Antonino Guglielmino: «Abbiamo scelto il luogo simbolo dell’approdo di profughi e migranti, per l’affinità con la migrazione sanitaria all’estero che migliaia di coppie infertili italiane affrontano ancora per effettuare l’eterologa, tuttora irta di difficoltà burocratiche e finanziare, nonostante la Corte Costituzionale abbia abolito il divieto posto dalla legge 40. Con l’occasione la SIRU ha voluto stringere un sodalizio con l’isola della “Porta d’Europa”, donando alla Biblioteca per ragazzi numerosi libri che parlano dei diversi modi di diventare genitori. E abbiamo voluto conferire il Premio Siru al ginecologo e scrittore Pietro Bartolo, un autentico eroe dei nostri giorni, che a Lampedusa ha salvato tante vite e fatto nascere tanti bambini in condizioni tragiche e proibitive».
E Bartolo ha colto l’occasione per ribadire come lo sbarco dei migranti a Lampedusa rimane “cronaca quotidiana su cui si vorrebbe scendesse il silenzio, ma non lo faremo mai e continueremo a prestare soccorso a decine di miglia di sfortunati, soprattutto donne: tutte, e dico tutte, stuprate dai loro aguzzini. Se molte portano in grembo un figlio, frutto o meno di violenze, ci sono quelle trattate con ormoni per renderle sterili e avviarle alla prostituzione. E sono sempre le donne, stipate al centro dei canotti per fruire in teoria di una maggiore protezione, a rimanere vittime delle esalazioni letali di benzina mista ad acqua, liquidi che si concentrano sul fondo dell’imbarcazione. Bisogna lottare affinché questo genocidio di fatto abbia termine, nel nome del rispetto della vita e della persona».
Una tre giorni ricca di spunti interessanti, in cui la parola d’ordine è stata il “confronto” tra relatori e partecipanti, sulle specifiche pratiche di riproduzione assistita, che prevedono donazione e ricezione di cellule riproduttive, nell’interesse del paziente a tutela della sicurezza delle cure.
Ricordiamo a tale proposito che il divieto di eterologa, imposto dalla legge 40 del 2004 e rimosso dalla Corte Costituzionale solo dieci anni dopo, ha determinato un’incessante migrazione verso scenari più favorevoli, come accade per tanti eventi epocali. Da qui l’accostamento ideale con Lampedusa, che in questi anni ha assistito alla realizzazione o al naufragio dei sogni di migliaia di migranti. Allo stesso modo l’Europa ha accolto inerme, ora come approdo sicuro ed ora come mare tempestoso, tantissime coppie italiane che per diventare genitori hanno intrapreso la via dell’eterologa.
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