Quattro naufragi in poche ore nel Canale di Sicilia, due cadaveri recuperati, fra cui quello di una donna di 26 anni, una ventina di dispersi. Nel complesso “sono state soccorse ben 35 imbarcazioni che hanno portato al salvataggio di circa 1.200 persone, tutte sbarcate a Lampedusa“, rende noto la Guardia Costiera riferendosi alla giornata di ieri. Nella notte appena trascorsa sono altri 19 gli sbarchi con l’arrivo di altre 705 persone.

Notte d’inferno

E’ stata una notte d’inferno a Lampedusa per l’arrivo delle 19 imbarcazioni, soccorse al largo dell’isola o approdate direttamente sulla terraferma, sono sbarcati complessivamente 705 migranti. Dieci, nello specifico, le carrette agganciate da mezzanotte fino all’alba con a bordo 316 persone. Ieri, invece, gli sbarchi erano stati complessivamente 28 con un totale di 1.117 persone. All’hotspot di contrada Imbriacola, all’alba, c’erano 2.698 ospiti, a fronte di una capienza prevista per poco meno di 400 persone.

Emergenza Lampedusa, 7 persone per ogni posto letto

Sull’isola è, ancora una volta, emergenza nel centro di prima accoglienza. Ieri, con i due traghetti di linea per Porto Empedocle, su disposizione della Prefettura di Agrigento, erano stati trasferiti complessivamente 539 migranti: gli ultimi in ordine di tempo sono stati 359 sulla motonave Pietro Novelli che ha attraccato all’alba a Porto Empedocle. Per oggi, la Prefettura, d’intesa con il Viminale, ha disposto un ulteriore spostamento, con la nave di linea, di 180 che dopo l’arrivo a Porto Empedocle verranno portati a Messina, Palermo, Caltanissetta e in Basilicata e Molise.

Le tragedie delle ultime 24 ore

Sono tre i naufragi su cui hanno operato assetti italiani della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.  “Il primo verificatosi nelle acque SAR italiane (a circa 20 miglia dall’isola di Lampedusa) da cui risultano disperse 3 persone; il secondo, in acque SAR maltesi, i cui superstiti segnalano circa 20 dispersi; il terzo, anch’esso in area maltese, su cui non si registrano dispersi anche se uno dei naufraghi è stato recuperato privo di vita” racconta sempre la Guardia Costiera. Un quarto è stato segnalato dalla Guardia costiera tunisina.

I barchini in ferro

A preoccupare, in particolar modo, sono stati quei barchini in ferro – già definiti “bare galleggianti” dal procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, – che, all’improvviso, sono colati a picco. Sull’ultimo, di 7 metri, viaggiavano in 38, originari di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Sud Sudan. Il natante, stando ai racconti degli stessi sopravvissuti, aveva già imbarcato acqua quando alla vista della motovedetta della Guardia di finanza, alcuni degli extracomunitari si sono alzati in piedi per cercare, sbracciandosi, di chiedere aiuto.

È in quell’istante che il natante si è ribaltato e gli occupanti sono finiti tutti in acqua. Una donna di circa 26 anni, è annegata. Ma anche le altre due “carrette del mare” sono affondate a causa della scarsa gallegiabilità. Quaranta le persone, fra cui 8 donne e 6 minori, che, durante la notte, sono state salvate, in area Sar, dal peschereccio tunisino “Mohamed Amine”. Marinai che hanno effettuato il soccorso prima dell’arrivo della motovdetta della Capitaneria su cui il gruppo è stato poi trasbordato.

Il triste recupero dei cadaveri

Recuperato anche il cadavere di un giovane che è stato portato alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove le bare di migranti, morti a seguito di naufragio, in serata sono diventate 7. Secondo quanto è emerso dai racconti dei sopravvissuti, alla partenza da Sfax su quel barchino in metallo di 7 metri c’erano 55 persone. All’appello quindi mancherebbero 14 persone. Le ricerche, da parte delle motovedette delle Fiamme gialle e della Guardia costiera, sono andate avanti per l’intera giornata.

Due inchieste sui naufragi con vittime

La Procura di Agrigento ha aperto, per i due naufragi con vittime, delle inchieste per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. A naufragare e affondare anche un barchino con a bordo 45 persone, 42 i migranti, fra cui 5 donne e 3 minori, che sono stati salvati dalla Guardia costiera. Stando alle dichiarazioni dei naufraghi, vi sarebbero 3 dispersi.

Altri naufragi con decine di morti vengono segnalati anche dalle autorità libiche e tunisine. “I corpi di 34 migranti annegati nel tentativo di raggiungere l’Europa sono stati recuperati sulla costa occidentale della Libia in 5 giorni”, ha reso noto la Mezzaluna Rossa libica. La Guardia costiera tunisina di Sfax, Kerkennah e Mahdia ha recuperato invece, domenica, i corpi di 30 persone, tra cui quelli di due donne e due bambini, in stato di decomposizione. Dovrebbe trattarsi di subsahariani vittime di naufragi. E intanto dal Sudan si annuncia l’arrivo di altre migliaia di profughi in fuga dalla guerra.

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