Ecco le foto della tragedia di Ravanusa che ha colpito l’intera isola.

Dall’elicottero le palazzine distrutte dall’esplosione.

 

Sei palazzine distrutte, detriti, pezzi di vetro e macerie ovunque: è lo scenario di guerra causato dall’esplosione che ieri sera si è verificata a Ravanusa. Dieci al momento i dispersi. Nell’aria si avverte ancora un forte odore di bruciato, le saracinesche dei garage della case attigue alla zona interessata sono accartocciate, i vigili del fuoco stanno cercando di spegnere gli ultimi roghi e di mettere in sicurezza l’area dove ancora ci sono fughe di gas.

 

“La perdita di gas è stata molto ingente e non generata da un singolo impianto ma nella rete. Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore”. Lo ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino, a proposito della esplosione che a Ravanusa ha provocato il crollo di 3 case e il danneggiamento di altre tre. “Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi – ha aggiunto – certo è che una esplosione così è un evento eccezionale”. Tra le cause della rottura del tubo potrebbe esserci il maltempo.

 

Dopo il vertice che si è svolto in Municipio il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il capo del Corpo dei vigili del fuoco Guido Parisi e il governatore siciliano Nello Musumeci si sono recati sul cratere dell’esplosione di ieri sera a Ravanusa per un sopralluogo.

 

“Ho avuto mandato dal presidente Draghi di informarlo puntualmente. Nessuno sarà lasciato solo. Dobbiamo fare di tutto per salvare vite e restituite alle famiglie i propri cari”. Lo ha detto il capo della protezione civile Fabrizio Curcio in una conferenza stampa a Ravanusa. I soccorsi “sono ancora in atto – ha aggiunto – e dunque è prematura qualsiasi considerazione sulle cause. Ci sono sopralluoghi in corso ma la priorità è trovare i dispersi”.

 

Quattro dei sei dispersi dell’esplosione a Ravanusa abitavano nella stessa palazzina crollata mentre altri due, tra cui l’infermiera trentenne incinta, erano andati a trovare dei parenti. Lo ha detto il capo di gabinetto della questura di Agrigento Elisa Vaccaro facendo il punto sui soccorsi e ribadendo che al momento ci sono tre vittime accertate e due persone salvate. Le operazioni di soccorso sono ancora in atto. “L’impegnò dei vigili del fuoco non si ferma e non si fermerà – dice il capo del corpo nazionale Guido Parisi – Fino all’ultimo cercheremo di estrarre vive le persone coinvolte nei crolli”. Parisi ha poi sottolineato che al momento sono un centinaio i vigili del fuoco che stanno lavorando sulle macerie, tra i quali ci sono diverse squadre Usar, gli specialisti delle ricerche in contesti complessi.

Quello che è accaduto è una “sciagura per la comunità siciliana”, ora serve “il silenzio, per non alimentare interpretazioni destinate a creare confusione, e la preghiera, affinché chi manca ancora all’appello possa essere trovato in vita”. Lo ha detto il presidente della regione Sicilia Nello Musumeci in una conferenza stampa con i soccorritori a Ravanusa. Il governatore ha poi garantito che la Regione ha già dato “ampia disponibilità per sistemare ove necessario gli sfollati”. “Non faremo mancare la nostra presenza – ha concluso – e cercheremo di ridurre al minimo i disagi per i cittadini”.

“Sono profondamente addolorato per la tragedia di Ravanusa. Esprimo il mio cordoglio e quello dell’intera Assemblea regionale siciliana a tutta la cittadinanza. Siamo vicini ai familiari delle vittime, che si sono trovati al centro di questa calamità. Un grazie ai vigili del fuoco e a tutti i soccorritori che da ieri sera stanno lavorando senza sosta per salvare più vite possibili”. Così, in una nota, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè

Le foto dei soccorsi e della tragedia

Un corpo senza vita è stato estratto dalle macerie di una delle palazzine crollate in seguito all’esplosione determinata da una fuga di gas a Ravanusa, nell’Agrigentino. I dispersi ora sarebbero 9. Sette dello stesso nucleo familiare sono stati sorpresi dall’esplosione mette si trovavano nella stessa palazzina, due che si trovavano in un’altra abitazione. Qualche ora fa un’altra donna aveva risposto ai soccorritori. Non si sa se si tratti della persona che ora però i vigili hanno trovato morta. Tra i dispersi c’è una giovane infermiera incinta. Avrebbe dovuto partorire mercoledì.

Una seconda donna in vita è stata recuperata dai vigili del fuoco tra le macerie delle palazzine crollate ieri sera a Ravanusa, nell’Agrigentino. Al momento dunque i dispersi sono 8.

 

Una ingente perdita di gas nella rete di metano ha causato un’esplosione che ha provocato il crollo di tre case e il danneggiamento di altre tre. Due donne sono estratte vive dalle macerie, mentre un uomo è morto. Sono ancora 8 le persone disperse, tra cui una giovane incinta che avrebbe dovuto partorire mercoledì. Secondo le prime informazioni, a fare da innesco alla deflagrazione potrebbe essere stato anche l’ascensore di una delle palazzine, ma i vigili del fuoco non escludono alcuna ipotesi. Sul posto anche le forze dell’ordine e i tecnici dell’Italgas che hanno messo in sicurezza l’area.

 

 

Tra le cause della rottura del tubo potrebbe esserci il maltempo o uno smottamento del terreno. Nella palazzina di quattro piani distrutta dall’esplosione c’erano 9 componenti dello stesso nucleo familiare, uno è stato trovato morto, due al momento si sono salvati: un’anziana di 80 anni, portata all’ospedale di Licata con gravi fratture, e, secondo i primi accertamenti, la cognata, che i soccorritori sono riusciti a rintracciare dallo squillo del cellulare e che è stata trasportata ad Agrigento.

Ancora dispersi gli altri familiari tra quali una giovane infermiera giunta al termine della gravidanza e il marito. Domani sarebbe dovuta partire per Milano per la laurea del fratello. Straziante il dolore della madre che ripeteva “figlia mia” in attesa di notizie. Si scava ancora per cercare le due persone che al momento dell’esplosione si trovavano nella casa attigua.

Un portavoce Italgas, la società che distribuisce il metano, fa sapere che “i tecnici hanno completato le operazioni di isolamento del tratto di rete e messo in sicurezza l’area interessata interrompendo il flusso di gas”. La zona dell’esplosione sembra uno scenario di guerra: macerie, vetri rotti, detriti e un acre odore di bruciato ovunque. Sul posto sono arrivate squadre dei vigili del fuoco di Agrigento, Palermo e Catania, la Croce Rossa, la Protezione Civile, polizia e carabinieri.

“Per fortuna non ci sono bambini tra i dispersi. La notizia secondo la quale ci sarebbero stati due minorenni tra le macerie della palazzina crollata ora è stata smentita”. Lo ha detto il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo. Al momento c’è una vittima, due donne ritrovate vive e otto dispersi.

 

Le vittime accertate dell’esplosione di Ravanusa sono Pietro Carmina, Enza Zagarro e Liliana Minacori. Contrariamente a quanto comunicato in un primo momento dalla Protezione Civile, non è stata ancora individuata una quarta vittima. Due donne sono sopravvissute: Rosa Carmina e Giuseppina Montana. Sei ancora i dispersi.

“Ho sentito un boato tremendo, come se fosse scoppiata una bomba o un aereo fosse precipitato sulla casa. Poi sono esplosi gli infissi . Siamo scesi subito in strada, intorno c’era fuoco ovunque, macerie. Io ero con mia moglie, i miei tre figli e i miei suoceri. Siamo vivi per miracolo”. Lo racconta Calogero Bonanno che ieri sera si trovava a far visita ai suoceri nella casa accanto alla palazzina distrutta da una esplosione innescata da una fuga di gas. “Alcuni vicini – ha raccontato – ci hanno detto che nei giorni scorsi avevano sentito odore di gas. Se è vero c’è stata una negligenza imperdonabile”.

 

Sono circa cinquanta le persone che non possono rientrare in casa a causa dei dei danni provocati dall’esplosione del metanodotto a Ravanusa (Agrigento) ieri sera. Lo dice la protezione civile regionale aggiungendo che il Comune ha preparato luoghi temporanei per l’ospitalità, ma in larga parte gli sfollati hanno trovato accoglienza presso parenti e amici. La Protezione Civile invierà personale per supporto psicologico. A Ravanusa la notte scorsa è stato costituito il Centro coordinamento soccorsi.

“Faremo una mappatura attenta dei luoghi: partiamo da una fuga di metano ma non escludiamo alcuna pista”. Lo ha detto il procuratore di Agrigento Patronaggio dopo un incontro in comune con i soccorritori ribadendo di aver aperto un fascicolo di inchiesta per disastro e omicidio colposo. La procura ha già nominato un consulente tecnico e nelle prossime ore i magistrati e gli investigatori faranno un nuovo sopralluogo con i vigili del fuoco. “Al momento c’è un’area di 10mila metri quadrati sotto sequestro, interessata dall’esplosione. Non è escluso – ha aggiunto Patronaggio – che dopo il nuovo sopralluogo possa essere più estesa”.

La procura di Agrigento che indaga sulla esplosione di ieri a Ravanusa ipotizza i reati di disastro e omicidio colposo. I pm hanno sequestrato un’area di 10mila metri quadrati. Oggi pomeriggio un consulente della Procura farà una prima ispezione sui luoghi.

 

 

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