I carabinieri di Agrigento, in collaborazione con il nucleo Tutela patrimonio culturale di Palermo, hanno sequestrato 60 frammenti di anfore d’età greco-romana di provenienza sottomarina, che erano sicuramente all’interno di una nave naufragata, insieme a vasellame ritenuto essere di età medievale.

Reperti ritrovati in sacchetto di plastica affidati a Sovrintendenza beni culturali

I reperti – già affidati in custodia alla Sovrintendenza dei beni culturali – sono stati ritrovati in un sacchetto di plastica abbandonato sul pontile Cormorano del porto turistico di Agrigento. Spetterà all’inchiesta, già aperta, provare ad identificare chi abbia ritrovato, appropriandosene, i reperti.

Anfora di pregio archeologico recuperata dai fondali di Mondello

Ad inizio anno, nello specchio di acque di Mondello portata avanti l’operazione di recupero di una preziosa anfora. A condurla i sommozzatori della polizia di Stato, nucleo incardinato nell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, su segnalazione di personale della soprintendenza del mare.

Il prezioso reperto recuperato ad una profondità di 10 metri circa in un’area di interesse. Il suo ritrovamento è la dimostrazione di come il mare che lambisce questa parte di Sicilia sia uno scrigno di tesori. Probabilmente perché rotta commerciale solcata da diverse imbarcazioni usate per il trasporto di merci sin da un passato molto lontano. L’oggetto riconsegnato alla soprintendenza del mare che adesso dovrà analizzarlo per certificarne l’autenticità. Anche se sotto tale aspetto pare ci siano pochi dubbi.

Il ruolo svolto dai sommozzatori non si è limitato a fornire supporto solo alla realizzazione di una “cornice di sicurezza”. Si è concretizzato nel far riemergere il reperto che è stato riportato a galla proprio nelle mani degli operatori della polizia di Stato. L’operazione per altro non è la prima del genere avvenuta nei mari palermitani. Si tratta di importanti attività che permettono di recuperare oggetti a carattere culturale legati alla restituzione alla comunità scientifica. Un “mattoncino” utile a ricostruire i tratti dell’identità siciliana, a protezione e garanzia della collettività che passa anche dalla salvaguardia del suo patrimonio culturale.