Nella nottata odierna la guardia costiera di Licata, congiuntamente al personale del commissariato di Palma di Montechiaro, ha sanzionato un pescatore di frodo palermitano intento nella pesca di esemplari di ricci di mare nelle acque antistanti “Torre San Carlo” del Comune di Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento.

Eppure il riccio di mare riveste un importante ruolo ecologico nel delicato equilibrio degli ecosistemi marini. In quanto si nutre prevalentemente di alghe, presenti sul substrato roccioso ad una profondità compresa tra la superficie e circa 80 metri, viene classificato tra gli erbivori (o grazers) più efficienti presenti nell’ambiente marino.

L’intervento della guardia costiera

Nel servizio di pattugliamento a Marina di Palma, la volante del commissariato ha notato alcune persone armeggiare con fare sospetto vicino ad un veicolo fermo a ridosso della spiaggia. Alla vista degli agenti, hanno poi cercato di dileguarsi, ma sono stati immediatamente bloccati. Il personale intervenuto ha notato subito quattro sacche contenenti ricci di mare, nonché diversa attrezzatura da pesca: mute da sub, retini e forchettoni. Sono apparse subito chiare le intenzioni illecite dei pescatori abusivi e, trattandosi di materia specialistica del corpo delle capitanerie di porto, è stato richiesto l’intervento del comando della guardia costiera di Licata, che è giunta in ausilio con la propria pattuglia.

Si è allora proceduto al sequestro di circa 1500 esemplari di ricci di mare, oltre alle attrezzature subacquee ed è stata elevata nei confronti del trasgressore una sanzione amministrativa di 2000 euro. I ricci di mare sono stati rigettati in mare, ancora vivi. I controlli continueranno nelle prossime settimane.

Un ristorante chiuso a Cafalù e mille chili di pesce sequestrato

Un ristorante chiuso e oltre mille chili di pesce in cattivo stato di conservazione sequestrato e diversi chili di novellame di sarda anche questa tolta dal commercio. E’ il bilancio di una serie di controlli della Capitaneria di Porto a Palermo e in provincia. Il ristorante etnico è stato chiuso a Cefalù. Qui oltre alla carenza di igiene sono stati trovati oltre 100 chili di pesce dichiarato dai veterinari dell’Asp non idoneo al consumo e destinati in discarica. Al titolare è stata contestata la violazione alle norme di preservazione dei prodotti alimentari destinati alla ristorazione e il mancato rispetto delle norme Haccp.

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