Si è conclusa, con la cerimonia di premiazione, la XV edizione del Premio Letterario Tomasi di Lampedusa, prestigiosa iniziativa che gode del patrocinio del Ministero dei beni e della attività culturali.

A far da cornice la suggestiva Piazza Matteotti del comune di Santa Margherita Belice. Il vincitore di questa edizione è lo scrittore spagnolo Fernando Aramburu che, con il suo “Patria” (edito in Italia da Guanda), descrive la singolare identità della comunità basca, un romanzo che affonda nel dolore del terrorismo dell’ETA la realtà di due famiglie, dapprima amiche, poi dilaniate reciprocamente dalla tragedia di un attentato.

Per la cronaca, Aramburu è stato anche vincitore del premio Strega europeo 2018. L’edizione del Premio Letterario di quest’anno (la presidenza della Giuria è affidata a Gioacchino Lanza Tomasi) si è contraddistinta per due importanti anniversari, il 50mo dal terremoto della Valle del Belice (che chi lo visse ricorderà aver interessato una zona estesa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo, ndr) e il 60mo dalla prima pubblicazione de Il Gattopardo, assai di più di un capolavoro letterario, ancor oggi – secondo le parole del sindaco della comunità del Belice, Franco Valenti – uno strumento per promuovere la nostra identità territoriale e, secondo l’assessore regionale all’istruzione, Roberto Lagalla, è proprio grazie alla letteratura che si rende anche possibile un esercizio critico del diritto di cittadinanza. La serata è stata presentata da Roberta Giarrusso e Nino Graziano Luca (autore peraltro della monografia “Gran Balli dell’Ottocento”, per le edizioni Curcio, ndr) con un generoso omaggio musicale di Noemi e atmosfere armoniche di Giuseppe Milici. Ospite d’onore Giancarlo Giannini, che ha intrattenuto gli ospiti con la lettura di alcuni stralci de Il Gattopardo ricordando anche la sua visita in Sicilia, prima ancora del set cinematografico in occasione di Mimì metallurgico ferito nell’onore (e che gli valse, nel 1972, il premio David di Donatello quale migliore attore protagonista).

Il Gattopardo e il suo Autore si riconfermano pertanto, com’è inevitabile che sia d’altronde, fil rouge di una rassegna a cui tributare il meritato successo perché autentica espressione d’una Sicilia che fa della cultura (e della letteratura) un coerente “ripensamento” di sé, delle sue vocazioni artistiche, di un volàno di crescita identitaria (e perché no?, di un turismo culturale di cui far tesoro).

Come nelle parole del giornalista Felice Cavallaro, anch’egli presente alla serata, che ha illustrato il progetto La strada degli scrittori, un itinerario che coniuga turismo e cultura, descrivendo i luoghi amati dagli scrittori di Sicilia e raccontati nei loro romanzi. Un omaggio è stato anche riconosciuto al fotografo palermitano Nicola Scafidi (che ricordiamo, oltretutto, in suoi precedenti contributi fotografici in occasione della lavorazione filmica di Luchino Visconti e del suo sopralluogo alla ricerca di scenari adeguati): la figlia Angela (nella foto con Gioacchino Lanza Tomasi), ha partecipato alla realizzazione d’un video per l’iniziativa della serata. Un riconoscimento è andato anche all’arch. Antonio Jose Pantuso, che ha realizzato una ceramica in memoria di Giuseppe Tomasi. Una mia personale provocazione culturale… La letteratura di dignità potrebbe essere l’antidoto alla dilagante società dell’ignoranza? Il riscatto culturale può far a meno della letteratura? La conoscenza come dovere (Lorenzo Magnani) può valere la rivoluzione culturale del cambiamento spesso (giustamente, eccome!) invocato anche alle nostre latitudini.