Giovanni Pizzo
Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio
Son tornati a Milano i siciliani. Non facciamo dietrologia mafiosa, ma sociale e culturale. Nella capitale della finanza italiana tornano a comandare i siciliani, la scalata di MPS a Mediobanca ha un padre/padrone di origine sicula, Francesco Gaetano Caltagirone nato a Roma ma di origini pienamente palermitane.
Era dal 2000, dalla morte di Enrico Cuccia, anche lui nato a Roma ma di origini siciliane, arbresh di Mezzojuso, in provincia di Palermo, dominus indiscusso della finanza milanese del dopoguerra fino alla fine del millennio, che i Sicilia non avevano a Milano un potere costituito. Fido del signore di piazzetta filodrammatici era il cavaliere Ligresti da Paternò, e se poi ci vogliamo mettere pure Orcel, amministratore delegato di Unicredit, anche lui nato a Roma ma di origine gelese, possiamo dire che il codice genetico linguistico del potere finanziario italiano parla siciliano. Al siciliano piace il comando, cumannare è megghiu che futtiri, anche se MPS, governato con influenza da Caltagirone, un bel po’ di soldi ai contribuenti italiani li ha “fottuti”, ed è indubbio che chi comanda Mediobanca comanda la finanza milanese e italiana. Soprattutto comanda Generali, il Leone di Trueste, il vero colosso finanziario italiano. Certo a Milano ci sono stati “finanzieri” siciliani più ruspanti, come il noto Michelangelo Virgillito e Filippo Alberto Rapisarda, grandi raccoglitori e investitori di soldi, come lo è stato Marcello Dell’Utri, mente finanziaria palermitana dell’impero di Berlusconi. Francesco Gaetano Caltagirone, ingegnere e costruttore, e poi grande tessitore della finanza italiana con il pallino delle banche, ha decisamente, per struttura e postura dominante un altro spessore.
I meneghini non ce ne vogliano, loro passino da bravi “cummenda” tutto il giorno a lavorare ed a produrre sghei, quel mezzo che serve a vivere e a comprare le cose, ma poi questi si trasformano in piccioli, quando assumono le forme e il profilo dell’influenza e del dominio, quando comprano potere economico e sociale. Ed a quel punto la linea della palma, che conosce il potere e il dominio da millenni, entra in campo, e per i milanesi, magari con ottimi abiti, erremoscie e nomi stranieri dura minga. Perché noi siciliani di dura non abbiamo la minga, ma qualcosa di assonante.
Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.


Commenta con Facebook