“Non rilascio dichiarazioni per rispetto delle istituzioni. Ho fiducia nella giustizia”. Così Antonello Montante al termine della prima udienza del processo di appello sul cosiddetto “sistema Montante” che si celebra a Caltanissetta. E’ apparso visibilmente provato l’ex leader di Confindustria Sicilia (imputato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico) per il quale è stata chiesta nei motivi d’appello dai suoi legali Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina, l’incapacità di partecipare coscientemente al giudizio.

Richiesta che sottolineano i legali se dovesse essere accolta comporterebbe la nullità del giudizio di primo grado. Secondo quanto sostenuto dalle diverse perizie depositate, Antonello Montante sarebbe affetto da uno stato depressivo.

Nel corso dell’udienza è stata sollevata dagli avvocati della difesa l’incompatibilità territoriale ed è stata chiesta l’esclusione della costituzione di alcune parti civili. La corte, presieduta da Andreina Occhipinti, a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta, si è riservata di decidere.

La prossima udienza è fissata per il 14 luglio. Imputati del processo insieme a Montante anche l’ex comandante della Guardia di Finanza ed ex capocentro della Dia Gianfranco Ardizzone, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, il responsabile della sicurezza di Confindustria Diego Di Simone e il questore Andrea Grassi.

Per la prima volta si è presentato in aula Antonello Montante, l’ex leader di Confindustria in Sicilia, imputato nel processo sul cosiddetto “sistema Montante’, insieme ad altri quattro. Montante, abito scuro e visibilmente dimagrito, è entrato in aula da un ingresso secondario, per evitare i giornalisti, accompagnato dai suoi avvocati Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina. Quella di oggi pomeriggio è la prima udienza del processo di appello. In primo grado Antonello Montante era stato condannato a 14 anni con rito abbreviato. Con lui sono stati condannati l’ex comandante della Guardia di Finanza ed ex capocentro della Dia Gianfranco Ardizzone (3 anni), il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis (4 anni), il responsabile della sicurezza di Confindustria Diego Di Simone (6 anni) e il questore Andrea Grassi (1 anno e 4 mesi). Gli imputati, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.

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