Il Comune di San Cataldo non dovrà pagare 500 mila euro a una banca. L’istituto di credito aveva acquistato crediti vantati dalla società Enel Sole srl che opera nel settore dell’illuminazione pubblica. Operazione fatta proprio su mandato dell’amministrazione del comune in provincia di Caltanissetta. Lo ha deciso il giudice civile del tribunale di Caltanissetta.

L’origine della vicenda

La vicenda ha inizio nel 2016. Protagonista la Banca Sistema spa, specializzata nel factoring e nel recupero crediti verso le pubbliche amministrazioni. All’epoca l’istituto di credito ha acquistato questi crediti dall’ente locale e notificava al Comune stesso gli atti di cessione dei crediti. Il Comune, difeso dall’avvocato Fabio Toto, ha presentato ricorso. Il giudice ha accolto per intero le tesi sostenute dal Comune di San Cataldo nei confronti della banca. Ha stabilito che nonostante l’acquisto dei crediti e le successive notifiche, l’ente pubblico nulla deve alla banca.

Mancano le prove

Questo perché l’istituto di credito non è riuscito a dimostrare la sussistenza di un rapporto di lavoro, ancora in corso, con il suo procuratore speciale. Esaminati nel corso del processo gli atti e i documenti forniti dalla banca. Da questi non era possibile sostenere che chi aveva conferito il mandato per il recupero del credito fosse ancora dipendente dell’istituto.

Il recupero crediti, quanti dubbi

La vicenda che ha interessato una banca e il Comune di San Cataldo non è certo l’unico caso che ruota attorno al cosiddetto recupero crediti. Ad esempio accade sempre più frequentemente che banche e finanziarie si affidino a società esterne di recupero crediti sempre più agguerrite, che decidono di dar vita ad una vera e propria persecuzione. Questo pur di far fronte alle difficoltà sempre maggiori nel recupero delle somme dovute dai clienti. Un vero e proprio terrorismo psicologico, una rappresaglia basata su metodi sempre meno ortodossi per ottenere il rientro di quanto dovuto. Uno stalking che mira alla disperazione del malcapitato di turno che finisce per venir leso nella sua dignità.

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