Le bare bianche si fanno largo fra la folla in un silenzio surreale. In un pomeriggio freddissimo Gela saluta le piccole Gaia e Maria Sofia, le bimbe uccise due giorni fa dalla loro madre che ha confessato di averle strangolate ma che, secondo le prime risultanze autoptiche, sarebbero state anche costrette ad ingerire della candeggina. Modalità e dinamica sono ancora tutte da verificare viste le contraddizioni nel racconto della donna.

Le suore dell’istituto Suor Teresa Valsè, la scuola frequentata dalle piccole, hanno iniziato la veglia che ha preceduto i funerali in chiesa Madre in forma strettamente privata così come voluto dai familiari. Ad officiare il rito  il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana.

In chiesa accanto al padre, Vincenzo Trainito, visibilmente scosso, ci sono i parenti, gli amici. Ma sono numerosi i gelesi che hanno voluto rendere l’estremo saluto alle bimbe.

Il sindaco, Domenico Messinese, infatti, ha proclamato il lutto cittadino: bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici comunali e chiusura dei negozi per la durata dei funerali.

Ieri sui corpi delle bambine, è stata  l’autopsia che si è conclusa a tarda notte. Strettissimo il riserbo sugli esiti dell’esame. La madre, Giuseppa Savatta, nel corso dell’interrogatorio ha raccontato ai pm di avere soffocato le piccole: “Volevo morire con loro, ma non ci sono riuscita”, avrebbe detto la donna.

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