Avrebbe incendiato un’auto finendo per provocare un enorme rogo che si è propagato su altri tre veicoli accanto. La polizia fa luce attorno al raid doloso che si verificò a Niscemi, nel Nisseno, nella notte dello scorso 10 giugno. A finire in manette con l’accusa di incendio aggravato un uomo di 40 anni. Sarebbe stato inchiodato non solo dai riscontri fatti dal commissariato ma anche dalle immagini di videosorveglianza. Gli agenti, coordinati dalla Procura, sono riusciti a mettere insieme una serie di indizi che hanno portato all’emissione della misura cautelare. Non sono stati però chiariti dagli inquirenti stessi i motivi che avrebbero spinto questa persona a dar fuoco all’automezzo. Di fondo ci sarebbero contrasti nati nella vita privata e sfociati in questo atto di violenza.

L’autorizzazione del Gip

Ad avanzare la richiesta di misura cautelare è stata la Procura della Repubblica del tribunale di Gela, eseguita poi dai poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza di Niscemi. Ad avere autorizzato gli arresti domiciliari il Gip del tribunale nei confronti del quarantenne di Niscemi nell’ambito di un procedimento penale nella fase delle indagini preliminari.

Le contestazioni

All’uomo viene contestato di aver causato, nella notte del 10 giugno scorso, un incendio appiccando il fuoco a un veicolo commerciale parcheggiato in attesa di riparazione nel piazzale della stazione delle Ferrovie dello Stato di Niscemi. L’incendio si propagò rapidamente su altri tre veicoli parcheggiati nelle vicinanze, distruggendoli. A seguito dell’episodio sono state avviate serrate indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica del tribunale di Gela e delegate al commissariato di pubblica sicurezza.

Al vaglio la videosorveglianza

Le indagini, sviluppate attraverso una minuziosa ricognizione ed analisi di sistemi di videosorveglianza utili alla ricostruzione di quel che è accaduto sia attraverso altre attività di riscontro, “hanno restituito elementi univoci – secondo quanto scrivono dalla questura di Caltanissetta – in ordine ai gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato”.

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