Dicono no a quanto possa compromettere la salute dei siciliani, no alla guerra, no alla militarizzazione della nostra Isola.

Sempre più persone aderiscono alla mobilitazione contro il Muos di Niscemi, l’impianto satellitare della marina Usa installato nella riserva (naturale!) Sughereta di Niscemi.

Da oggi e sino all’11 marzo le antenne del Muos saranno accese alla massima potenza per effettuare le verificazioni disposte dal Cga di Palermo. In pratica, si studieranno gli effetti del campo elettromagnetico irradiato dalle antenne.
Ma siamo sicuri che non si tratti di un’operazione pericolosa per la salute di noi tutti?
Alcuni non hanno dubbi, e parlano di siciliani ormai ‘cavie’ degli esperimenti delle potenze militari.

Ambientalisti, attivisti No Muos e semplici cittadini stamane di buon’ora si sono riuniti in corteo, diretti verso il Muos. Tra loro anche molti studenti del liceo Leonardo Da Vinci di Niscemi, tanti giovanissimi che con parole semplici spiegano i motivi della loro presenza.

“Siamo qui – dicono in un video-appello pubblicato sui social network – per manifestare il nostro dissenso contro le misurazioni di queste antenne abusive, per dire che non siamo delle cavie e che vogliamo che il Muos venga smantellato. Ci sono vari rischi, per la salute e per la nostra Isola, che rifiuta la guerra”.

E ancora: “Vogliamo manifestare la nostra rabbia e la nostra indignazione, abbiamo il diritto alla salute. Gli americani la smettano con questo Muos”.

Sull’accensione delle antenne, ieri era intervenuto anche il M5S all’Ars. “No ai test sul Muos senza le indispensabili condizioni di sicurezza che garantiscano l’incolumità della popolazione: i cittadini non sono topi da laboratorio” hanno detto i deputati.

Applicando la normativa tecnica di settore, dovrà essere misurato il campo elettromagnetico prodotto secondo il principio del “caso peggiore”, quindi nelle più gravose condizioni d’esercizio con tutte le antenne in funzione alla massima potenza.

“Con ordinanza del 26 febbraio scorso – ha spiegato il deputato Cinquestelle Giampiero Trizzino – il giudice ha disposto il completamento dell’attività di controllo, che avverrà attraverso la misurazione delle emissioni prodotte delle parabole e delle antenne. Per questo motivo gli impianti verranno messi in esercizio limitatamente al prelievo delle misurazioni. Questa attività sarebbe dovuta avvenire già gennaio, ma non fu possibile perché l’Arpa dichiarò che le apparecchiature in quel momento non erano erano disponibili”.

Legambiente ha già depositato una memoria con la quale ha tentato di resistere alla decisione, ma non è stata accolta. Alla memoria è seguita una analoga richiesta del comitato delle ‘Mamme NO MUOS’ al prefetto.

“Anche noi, come gruppo politico – ha fatto sapere Trizzino – abbiamo scritto al prefetto, sottolineando la pericolosità di questa manovra e la necessità di approntare tutte le misure necessarie affinché non vi siano conseguenze sulla popolazione. Siamo consapevoli della necessità di fornire al giudice tutte le carte affinché possa accertare una volta e per sempre la pericolosità dell’impianto militare, ma non possiamo accettare che la popolazione diventi la cavia di questo test”.

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