Il consiglio di giustizia amministrativa per la regione Sicilia, presieduto da Rosanna De Nictolis,   ha dichiarato inammissibili i tre ricorsi presentati da Legambiente, Wwf, il Coordinamento dei comitati No Muos, e l’associazione No Muos Sicilia e dal sindaco di Niscemi contro la realizzazione della stazione radio di Niscemi.

Con tre sentenza pubblicata stamattina, il Consiglio di giustizia amministrativa definisce “infondata” la richiesta di revocare la decisione con cui lo stesso organismo aveva autorizzato l’installazione del mega-radar.

Il ricorso al Cga contro il ministero della Difesa e la Regione siciliana e per la revoca delle autorizzazioni all’impianto. Sul Muos di Niscemi sono ancora pendenti due procedimenti penali nati dalla stessa inchiesta: uno a Catania e l’altro a Caltagirone.

Davanti la Corte d’appello di Catania si deve discutere il ricorso del procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che ha impugnato la sentenza emessa il 4 aprile 2018 che ha assolto gli imputati perché il fatto non sussiste ritenendo le opere legittime e rigettato la richiesta di confisca della struttura. La sentenza, col rito abbreviato, è stata emessa dal Tribunale monocratico di Caltagirone nel processo a un dirigente della Regione Siciliana e a tre imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione del Muos.

E’ ancora in corso davanti al Tribunale monocratico di Caltagirone il processo col rito ordinario, nato dalla stessa inchiesta, a tre imputati accusati, a vario titolo, di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale. Sono Adriana Parisi, responsabile della “Lageco”, società che ha costituito l’Ati ‘Team Muos Niscemi’ vincitrice della gara del 26 aprile 2007; il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi, e l’imprenditrice Maria Rita Condorello della “Cr Impianti srl”. Dall’inchiesta iniziale è stata stralciata la posizione di un cittadino statunitense, non un militare, Mark Gelsinger, nei confronti del quale procede l’autorità giudiziaria statunitense. Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, l’impianto sarebbe stato realizzato “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”.

“Il Cga si è limitato a dichiarare inammissibili i motivi di revocazione sollevati da tutte le parti per profili meramente formali, con un orientamento giurisprudenziale restrittivo sulla conoscibilità della pubblicazione degli atti amministrativi, ma il Cga non è entrato nel merito delle specifiche censure sollevate da Legambiente sulle autorizzazioni al Muos relative alle gravi violazioni di tipo ambientale che permangono tuttora. È incontestabile che il Muos si trovi è in un’area sic di inedificabilità assoluta di particolare pregio naturalistico all’interno della sughereta di Niscemi”.

Lo scrive in una nota Legambiente Sicilia.

“La battaglia contro il Muos prosegue, comunque, davanti ai giudici penali essendo in corso un processo davanti al Tribunale di Caltagirone e uno davanti alla Corte d’Appello di Catania per reati connessi al rilascio delle autorizzazioni – aggiunge l’associazione ambientalista – Legambiente si è schierata fin dall’inizio contro la realizzazione del Muos, sia sostenendo ogni iniziativa e manifestazione, sia essendo presente con i propri avvocati del Centro di azione giuridica nei giudizi amministrativi e penali.
Legambiente continuerà, quindi, questa lotta a favore della pace e della tutela dell’ambiente”.

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