Truffavano i propri fornitori pagando la merce con assegni falsi o scoperti in transazioni che avvenivano rigorosamente il venerdì sera, quando, a banche chiuse, era possibile scoprire il raggiro solo il lunedì successivo.
Secondo l’accusa Salvatore La Bella, di Butera, Carmelo Savona, Gaetano Nisi e Salvatore Galanti, tutti di Niscemi, che in due anni, (dal 2015 al 2017), per i magistrati hanno messo a segno una ventina di truffe in varie province siciliane, acquistando merce di ogni tipo, che andava dai prodotti per l’agricoltura alla telefonia mobile, all’abbigliamento sportivo e alla cosmesi.
Tutti gli indagati sono stati posti agli arresti domiciliari su ordine del gip del tribunale di Gela, Paolo Fiore. Gli assegni circolari falsi, utilizzati dalla banda, che aveva base logistica a Niscemi, erano fatti così bene che persino gli impiegati bancari avevano difficoltà a capirne la natura illecita.
L’inchiesta della guardia di finanza, coordinata dal procuratore di Gela, Fernando Asaro, è scattata dopo le numerose denunce dei truffati ed è stata denominata “Chevrolet”, il nome dell’auto scoperta come i conti dei truffatori.
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