Un incendio divampato nella Raffineria Eni di Gela (CL) ha fatto scattare il Piano di emergenza generale. Le fiamme, che si levano altissime, si sono sviluppate negli impianti di distillazione dell’Isola 8, pare dopo la esplosione di un forno. Il boato si è sentito distintamente in tutta l’area industriale.

Nessun ferito, fiamme domate

Nelle operazioni di spegnimento sono impegnate le squadre della rimessa antincendio. Al momento non risultano feriti. Verifiche in corso per accertare cause esplosione forno Isola 8.

Accertamenti in corso per capire le cause dell’esplosione

Sono già state spente dalle squadre antincendio le fiamme divampate intorno alle 14 nella Raffineria Eni di Gela che avevano fatto scattare il Piano di emergenza generale. Da ambienti sindacali è stato confermato che non vi sarebbero feriti. Il rogo sarebbe stato innescato dall’esplosione di un forno degli impianti di distillazione dell’Isola 8; sono in corso accertamenti per risalire alle cause.

Panico tra gli operai, fuggi fuggi generale

L’esplosione e il successivo incendio hanno provocato un fuggi fuggi generale da parte degli operai, anche dell’indotto, che in quel momento erano al lavoro. È così scattato immediatamente il Piano di emergenza.

La ricostruzione

Eni informa che oggi alle ore 13:30 all’interno di un forno dell’impianto Ecofining della bioraffineria di Gela si è verificato un disservizio tecnico che ha causato fumosità per alcuni minuti ma nessuna conseguenza alle persone, all’esterno del forno, o ad altri impianti della raffineria. Attivate immediatamente le procedure di emergenza, il forno – precisa l’Eni – è stato messo in sicurezza dalle squadre operative, supportate a titolo precauzionale anche dai vigili del fuoco interni. È stato attivato il piano di comunicazione a tutti gli enti, nel frattempo sono in corso di accertamento le cause dell’evento”.

Abbandonato il petrolio

La Raffineria Eni di Gela, dove si è sviluppata l’esplosione di un forno degli impianti di distillazione fortunatamente senza feriti, da alcuni anni ha subito una riconversione green. L’azienda ha infatti abbandonato il trattamento del petrolio per dedicarsi alla produzione di biocarburante attraverso la lavorazione dell’olio di palma, di rifiuti organici e di oli vegetali esausti.

Nel rispetto dell’accordo di programma siglato con sindacati e istituzioni nel 2014, l’Eni ha ridotto la pianto organica dello stabilimento, che prima occupava quasi mille dipendenti, a 300 unità. Le parte restante è stata trasferita in altre aziende del gruppo o collocata in mobilità finalizzata alla pensione.

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