Sono un metronotte e un giardiniere le due persone entrate nella villa di Antonello Montante, dove l’ex leader di Confindustria Sicilia era agli arresti domiciliari.

In una busta nel furgone del giardiniere la squadra mobile, che era impegnata in un servizio di osservazione, ha trovato un sacco di spazzatura “contenente una scatola di colore bianco relativa ad un iPad Apple” il cui “numero di Imei riportato risultava riconducibile a Montante”, che, secondo l’ipotesi del Gip, sarebbe “stato introdotto nell’abitazione mentre era in corso l’esecuzione degli arresti domiciliari”.

E’ uno dei motivi riportati dal Gip Maria Carmela Giannazzo per motivare la revoca degli arresti domiciliari e il trasferimento in carcere dell’imprenditore. Per il Gip, infatti, Montante “può impiegare l’iPad per comunicare con l’esterno con sistemi di messaggistica non intercettabili” e “la misura degli arresti domiciliari non è in grado di scongiurare tale evenienza in mancanza di una reale affidabilità dell’indagato”.

Intanto sonmo in corso i rilievi tecnici per tentare di recuperare i dati delle 24 pen drive distrutte trovate in un sacchetto nella casa milanese di Montante la notte del suo arresto

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