• Travolse e uccise donna a Santa Caterina Villarmosa, 67enne patteggia 18 mesi (pena sospesa)
  • La donna morì davanti all’amica durante una passeggiata

Una passeggiata di prima mattina, con un’amica, come simbolo della ripartenza. Un modo per tornare a sentirsi libere e fare dell’attività fisica. In un attimo, però, la tragedia: una fatale disattenzione, il violento impatto, la corsa all’ospedale, la vita che finisce. E una famiglia che piomba nella più totale disperazione. Uno scenario purtroppo già visto sulle nostre strade, che questa mattina si è riproposto durante l’udienza preliminare a carico di S.S., 67enne di Santa Caterina Villarmosa (CL) che ha patteggiato 1 anno e 6 mesi, pena sospesa, per l’omicidio stradale di Antonina Stella, 72enne anche lei caterinese, travolta e uccisa un anno e mezzo fa mentre passeggiava con un’amica nei pressi del cimitero di Santa Caterina.

Il gip del Tribunale di Caltanissetta, dottor Gigi Omar Modica, ha inoltre disposto la sospensione della patente del 67enne per 1 anno e 4 mesi. I familiari della vittima, affidatisi a “Giesse Risarcimento Danni“, gruppo specializzato nei casi di omicidio stradale con sedi a Canicattì e Catania, sono stati assistiti nel procedimento penale dall’avvocato Rita Parla.

L’incidente

Era una mattina come tante, Antonina insieme a una cara amica, come accadeva quasi ogni giorno dalla fine del lockdown, si trovava a passeggio nell’immediata periferia del paese, nei pressi del cimitero di Santa Caterina. Un giro semplice, che le due donne percorrevano la mattina presto per evitare il caldo delle ore centrali della giornata, e che rappresentava per loro il ritorno alla normalità dopo mesi complicati dai timori della pandemia.

All’improvviso, però, mentre camminavano in fila indiana sulla destra della carreggiata, in direzione del paese, sopraggiunse alle loro spalle la Volkswagen Golf guidata da S.S., che nonostante avesse piena visibilità, finì per travolgere le due donne.

Immediati i soccorsi dello stesso conducente e di alcuni altri passanti, con le due amiche trasportate fino alla guardia medica di Santa Caterina e poi da lì all’ospedale: nonostante ogni sforzo, però, Antonina Stella morì durante gli esami di ingresso in struttura, mentre all’amica furono riscontrate ferite lievi.

Le indagini

Subito sono iniziate anche le indagini, affidate al pubblico ministero Simona Russo, che hanno permesso grazie alla raccolta delle testimonianze dell’amica e dei soccorritori, ai rilievi delle forze dell’ordine e alla consulenza tecnica dell’ingegner Maria Rita Torrisi di ricostruire nel dettaglio la dinamica del sinistro.

Le due donne procedevano in fila indiana in modo da occupare il meno possibile la carreggiata, e trovandosi vicino alla curva decisero, correttamente, di camminare sul lato esterno della stessa, in modo da essere visibili dai veicoli proveniente da entrambe le direzioni. S.S., infatti, si avvide della loro presenza, ma ciò nonostante mentre cercava di sorpassarle non riuscì a mantenere il controllo del mezzo e travolse Antonina Stella col lato destro dell’auto, urtando poi l’amica con lo specchietto retrovisore. Particolare importante questo, che ha permesso di accertare che le donne procedevano una dietro l’altra e non affiancate come dichiarato dall’uomo.

Il perito ha inoltre evidenziato come le due donne fossero state costrette a camminare lungo il ciglio della strada, essendo la banchina laterale non transitabile lungo quel tratto a causa della presenza di una fitta sterpaglia.

Incuria

“Il lavoro dei nostri periti, di concerto con quello della Procura ha permesso ancora una volta di fugare ogni dubbio sullo svolgimento dei fatti – evidenzia Diego Ferraro, responsabile della sede Giesse di Canicattì – Imprudenza e disattenzione alla guida hanno portato, purtroppo, ancora una volta ad un vero e proprio dramma. Anche l’incuria di quel tratto di strada ha contribuito al verificarsi della tragedia: se la banchina fosse stata pulita, forse la povera Antonina oggi sarebbe ancora al fianco dei propri cari”.