“Serve una strategia comune per realizzare i progetti strutturali necessari agli aeroporti di Catania, Palermo, Comiso e Trapani”. Così Michela Giuffrida, parlamentare europeo del Pd e membro della Commissione per lo Sviluppo regionale, a conclusione dell’incontro “Departing for Future: sfide e opportunità europee per gli aeroporti siciliani”.

Un vertice promosso personalmente dall’eurodeputata siciliana che ha riunito per la prima volta attorno allo stesso tavolo i presidenti e gli amministratori delegati degli scali isolani, il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli, i rappresentanti di vertice della Commissione europea, Enac, Sesar, e della Rappresentanza italiana presso l’Unione europea per discutere delle risorse che l’Europa può offrire per l’ammodernamento e lo sviluppo degli aeroporti siciliani.

“A Bruxelles – continua Giuffrida – si definiscono questioni cruciali per il finanziamento delle grandi infrastrutture di trasporto: fondi strutturali, aiuti di Stato, fondo europeo di investimenti strategici. Eppure, se lasciamo le cose così come stanno gli aeroporti siciliani continueranno a non avere fondi Ue e saranno esclusi dalle politiche europee. Non possiamo permettercelo”.

La Commissione europea ha proposto una modifica del Regolamento sugli aiuti di Stato e ha avviato le consultazioni sul procedimento che punta ad agevolare l’utilizzo di alcune tipologie di finanziamento pubblico destinare a porti ed aeroporti, riducendo al minimo la cosiddetta fase di controllo: è questa la novità emergente dalla recente bozza contenente alcune modifiche alla disciplina di settore, prevista dal Regolamento UE n. 651/2014.

L’attuale proposta prevede però la compatibilità con gli aiuti di Stato per gli aeroporti con un traffico passeggero annuo inferiore ai 3 milioni di passeggeri e ubicati entro 100 km o a 60 minuti di percorrenza in auto ad un altro aeroporto i cui operano servizi di linea.

“Questi due requisiti escludono dunque – precisa Giuffrida – tutti e 4 gli aeroporti siciliani dalla possibilità di avere gli aiuti di Stato, perché se Comiso e Trapani hanno un traffico inferiore a 3 milioni di passeggeri l’anno, sono di fatto molto vicini ad aeroporti con voli di linea (Palermo e Catania). E’ perciò necessario superare questi vincoli, ed è importante chiedere l’inserimento dei quattro scali tra i progetti finanziati dal Piano Juncker, che ancora pochissima attenzione ha riservato al Sud d’Italia”.

Tutti questi interventi  possono essere ora richiesti all’Europa in virtù della posizione geografica della nostra Regione. La Sicilia è infatti una , in quanto isola soffre di svantaggi ambientali e strutturali che richiedono interventi specifici e un regime particolare rispetto alle altre regioni più centrali. Questo è stato messo nero su bianco dalla Risoluzione sulla Condizione di Insularità  e che il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza.

“La Commissione europea ha preso atto della Risoluzione e, adesso, tocca a Regione siciliana e al Ministero dei Trasporti puntare ad ottenere che la Risoluzione abbia applicazione. Il primo passo può essere proprio quello che riguarda gli aeroporti siciliani e la loro compatibilità con gli aiuti di Stato oltre che i finanziamenti UE ai nostri aeroporti nell’ambito di appositi progetti-pilota”, afferma l’europarlamentare.

Il confronto di Bruxelles potrebbe rappresentare la svolta per le più importanti infrastrutture siciliane di collegamento con il resto d’Europa e presto ci sarà un seguito in Sicilia: “Inviterò – conclude –  questi ed altri interlocutori a formalizzare un progetto da presentare alla Commissione europea”.