Il Tribunale del riesame di Catania ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, e per l’ex consigliere comunale Orazio Barbagallo.

Erano stati fermati il 10 ottobre scorso dalla Dia, assieme all’imprenditore Giovanni Cerami, al quale tre giorni dopo il Gip Anna Maggiore ha concesso i ‘domiciliari’, per corruzione contraria ai doveri d’ufficio. I giudici, accogliendo le richieste dei legali di Maesano, gli avvocati Giuseppe Marletta e Enzo Mellia, e di Barbagallo, i penalisti Orazio Consolo e Giuseppe Di Mauro, hanno ritenuto attenuate le esigenze cautelari. La Procura si era opposta Nella decisione ha influito anche le dimissioni dai loro incarichi durante la detenzione cautelare in carcere.

Al centro delle indagini della Dia di Catania, che e’ avvalsa anche di intercettazioni e pedinamenti, una presunta tangente da 15mila euro che l’imprenditore, secondo l’accusa, ha consegnato al consigliere comunale, che l’ha poi equamente divisa con il sindaco, per il rinnovo del contratto di fornitura del servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware del Comune di Aci Catena e l’aggiudicazione del progetto esecutivo ‘Home Care’ finanziato dall’Unione europea con 252.000 euro.

Accertamenti sono in corso anche sulla fuga di notizie che sono emerse dalle indagini e dai comportamenti dei tre indagati che temevano di essere intercettati e dall’ascolto di alcune ‘ambientali’ in cui si preannunciava un possibile arresto degli indagati entro il prossimo novembre.

Lo scorso 24 ottobre si è dimessa la giunta comunale  per “accelerare l’insediamento di un commissario straordinario”, mentre resta ancora in carica il consiglio comunale, dal quale si sono dimessi alcuni dei consiglieri.

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