Il 5 gennaio ricorre il 33esimo anniversario della morte di Giuseppe Fava, il giornalista e scrittore ucciso dalla mafia a Catania nel 1984.

“La vita e la morte di Pippo Fava, ucciso dalla mafia a Catania 33 anni fa, restano una lezione di straordinaria attualita’ sull’insostituibile valore civile dell’informazione. Fava credeva che il giornalismo costituisse non solo un antidoto contro la corruzione, la violenza e la criminalita’, ma anche uno strumento per tenere alta l’attenzione della giustizia e imporre alla politica il buon governo”. Lo afferma in una nota la presidente della Camera, Laura Boldrini.

“Anche grazie alla sua coraggiosa opera di denuncia il Paese ha acquisito maggiore consapevolezza della gravita’ del fenomeno mafioso: un fenomeno diffuso in tutto il territorio nazionale e capillarmente presente nei settori nevralgici del nostro Paese, al Sud come al Nord, che pone un’odiosa e pesante ipoteca sul futuro, ostacolando non solo lo sviluppo dell’economia ma anche la crescita culturale e civile – aggiunge la presidente della Camera – A distanza di tanti anni dall’omicidio sono cambiate le forme delle presenza mafiosa, ma resta immutato il bisogno che contro di esse ci si impegni con la stessa passione ideale che aveva mosso Pippo Fava”.

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