Dopo la nota di CittàInsieme, a cui è seguita la replica dell’amministrazione comunale di Catania, prosegue il dibattito sulla situazione in città. E’ di oggi l’intervento del vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Sebastiano Arcidiacono (Gruppo Misto), che in una lunga lettera ricostruisce quanto sta avvenendo.

Ecco il testo integrale della nota:

C’è ormai un’insoddisfazione diffusa e corale nel merito e nel metodo dell’azione di governo dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco che, a questo punto, non può più essere derubricata come sterile polemica, né come contrapposizione ideologica o politica perché si tratta di un fronte ampio che attende risposte coi fatti, con uno stile più sobrio e non coi comunicati stampa di circostanza.

Da più di un anno, insieme ad altri colleghi, evidenziamo il disagio per venir fuori dal’ immobilismo attuale anche attraverso iniziative pubbliche che hanno coinvolto i rappresentanti di tutti settori e della realtà catanese (associazionismo civico, ambientalista, professionale, imprenditoriale) sui temi cruciali quali la raccolta differenziata, la crisi delle partecipate comunali, il piano regolatore che non c’è, il calo di tensione sulla spesa corrente, mettendo in campo il metodo della partecipazione e del coinvolgimento di tutti gli attori superando contrapposizioni e pregiudizi.

Ha fatto lo stesso il mondo accademico e culturale, il mondo sindacale rappresentativo delle categorie dell’AMT; i commercianti e residenti del centro storico ancora in attesa di regolamento equilibrato per il centro storico, ma anche  Addiopizzo, GAPA, Cittainsieme, associazioni dei consumatori sulla gestione dei servizi comunali deficitari, per ultimo le spiagge e altro ancora; lo dicono ogni giorno i cittadini sugli organi stampa che denunziano una città sempre meno vivibile tra spazzatura e disservizi che purtroppo non sembrano avere uno sbocco positivo di scelte politico-amministrative all’altezza della sfida.

Non vorremo  che rimanga solo l’amministrazione, in modo autoreferenziale, a fare finta di non cogliere questa voglia di cambiamento come se il problema non esistesse o fosse solo frutto di un passato cinico e baro.

Nei momenti di crisi e di difficoltà chi amministra deve comprendere la necessità di sostituire il dialogo alla chiusura e l’umiltà all’arroganza perché ci troviamo di fronte ad uno scontro senza precedenti tra la città (mondo accademico e culturale, associazionismo civico, professionale e  imprenditoriale, operatori dell’informazione e magistratura contabile) e il governo della città (Sindaco e Giunta). 

Invece di rispondere ancora per interposta persona con un’acredine inspiegabile il Sindaco riapra il dialogo soprattutto con chi può dare contributi in termini di energie propositive e inverta la rotta di una pericolosa quanto sterile autoreferenzialità che conduce solo a coltivare uno splendido isolamento.

Raccolga, il primo cittadino, i messaggi negativi, soprattutto quelli che arrivano dai diversi mondi dell’associazionismo e invece di acuire le contrapposizioni ne valuti gli stimoli, per migliorare un andazzo amministrativo di cui anche lo stesso Bianco non sarà affatto contento.

Se così non fosse, tutto diverrebbe ancora più incomprensibile perché significherebbe che ogni forma di dialogo con gran parte della città non è più possibile e allora sarebbe meglio per tutti calare il sipario consentendo di  liberare le energie delle tante forze attive e dei giovani che vogliono salvare davvero Catania.