Cresce l’attesa per l’asta che si svolgerà il prossimo 5 dicembre a Parigi presso la Christie’s e che aggiudicherà l’acquisto di un eccezionale tesoro di autografi recentemente tornato alla luce in Francia del grande scrittore Giovanni Verga, di cui già la stessa prestigiosa casa d’aste francese mise in vendita un altro lotto di lettere autografe poi acquistate nel 2008 dalla Regione Siciliana.
Un patrimonio di grandissimo valore storico e letterario che sta suscitando l’interesse di alcuni tra le più importanti biblioteche internazionali e numerosi collezionisti privati, ma accorati appelli di numerosi intellettuali ed esponenti delle istituzioni italiane e siciliane al ministro Dario Franceschini e all’Assessore Carlo Vermiglio dei Beni Culturali siciliani, affinché questo eccezionale patrimonio autografo non vada disperso nel mondo o finisca nelle mani di qualche privato.
Il Sindaco di Catania Enzo Bianco, che già nei scorsi giorni aveva lanciato un appello per il rientro in Italia degli scritti, in queste ore si sta impegnando in prima persona e si è rivolto nuovamente all’Assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia: “Rinnovo – ha detto Bianco – l’invito a far presto contenuto nell’appello lanciato all’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio, del quale conosco la sensibilità. Occorre muoversi al più presto per bloccare l’asta e, come fatto in passato, acquisire al patrimonio della Sicilia questi importanti documenti. Se non ci riuscissimo, sarebbe una grave perdita per la nostra cultura”.
Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha dichiarato in merito alla notizia degli scritti di Verga all’asta:“E‘ evidente che la Regione e lo Stato dovrebbero impegnarsi per acquisire questo patrimonio: è assolutamente importante che si abbia la possibilità di avere la riproduzione di questi testi. Che sia una Fondazione privata o lo Stato ad acquistarli è indifferente: fondamentale è averne riproduzione per poterli studiare. Spero che ci sia la possibilità di accesso ai documenti, qualunque sia l’ente che poi lo acquista, ma spero che che il Ministero dei Beni Culturali si attivi affinchè questo patrimonio sia custodito in Italia e a Catania“.
Tra gli esponenenti delle Istituzioni siciliane Maria Grazia Patanè, Soprintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania, come il Sindaco Bianco, riconosce il valore degli scritti di Verga: “Il nostro interesse come Soprintendenza è innegabile: le Lettere e il manoscritto di Cavalleria rusticana rappresentano un patrimonio culturale unico di grandissimo valore che non possiamo e non dobbiamo perdere: io stessa nel 2008 periziai le Lettere di Verga messe all’asta a Parigi proprio da Christie’s e che poi vennero acquistate dalla Regione Sicilia. Per noi è di fondamentale importanza incrementare documentazioni e fonti sulla nostra cultura e identità ma purtroppo come Soprintendenza non abbiamo fondi da poter dedicare ad un simile acquisto. Il mio auspicio è che si riesca a non perdere questo inestimabile patrimonio culturale”.
Anche Enzo Zappulla, presidente dell’Istituto di Storia del Teatro e dello Spettacolo Siciliano di Catania, che già in occasione dell’asta del 2008 si fece promotore di un accorato appello affinché carteggi inediti del grande autore siciliano tornassero in patria, ha dichiarato: “Noi non possiamo perdere questi importanti autografi di Giovanni Verga: l’Italia e la Sicilia non li devono e non li possono perdere. Si tratta di una documentazione che arricchisce ulteriormente la conoscenza dell’opera e della vita di Giovanni Verga, ma soprattutto della Cavalleria rusticana. Non possiamo rinunciare e perdere così importanti pezzi della nostra cultura, della nostra identità! Le autorità nazionali e regionali si impegnino per acquistare questo eccezionale materiale”.
Christie’s il 5 Dicembre metterà in vendita al migliore offerente lo straordinario autografo della Cavalleria rusticana scritta da Verga in dodici quadri per il cinematografo e un’eccezionale raccolta di ben 300 lettere inedite indirizzate dal grande scrittore siciliano ai familiari, ai fratelli Pietro e Mario, alla mamma Caterina e al nipote Giovannino, riguardanti la genesi, il successo e le vicende giudiziarie della Cavalleria rusticana nella causa che ne derivò contro Pietro Mascagni per l’omonima opera lirica e l’editore Giulio Ricordi, ma anche l’intesa vita familiare del caposcuola del Verismo, i suoi problemi di salute e la gestione finanziaria dei terreni di proprietà, la propria “roba”, ma anche e soprattutto annotazioni sulla vita mondana culturale in Italia, a Firenze e Milano, ai sui suoi capolavori come Mastro Don Gesualdo e I Malavoglia e alle sue preferenze letterarie.
Il primo lotto, messo all’asta per la cifra di 150.000,00 euro, è dunque l’originale autografo della Cavalleria rusticana di cui Giovanni Verga preparò la sceneggiatura “per il cinematografo”. Si tratta certamente di una scoperta di grande importanza per la storia della Letteratura e per il ruolo ricoperto da Giovanni Verga, senz’altro il primo tra i grandi scrittori di fine Ottocento ad aver compreso il linguaggio rivoluzionario del Cinema appena nato. L’autografo della Cavalleria rusticana per il cinematografo è suddiviso dallo stesso Verga in dodici quadri, le continue correzioni dimostrano il travaglio della creazione di uno scrittore pignolo ed attento al particolare verista anche nella “resa” cinematografica dei particolari e sicuramente sarà l’autografo che desterà maggiore interesse all’asta del 5 Dicembre a Parigi, durante la quale saranno messi in vendita anche lettere autografe del Re Sole Luigi XIV ed autografi di Marcel Proust, Pablo Picasso, Mallarmé e Zola. L’autografo è anche uno straordinaria documento che rivela la calligrafia minuscola di Giovanni Verga.
Il secondo lotto comprende 78 lettere autografe (e 10 telegrammi), per un totale di 320 pagine autografe, messe all’asta per un valore di 90.000,00 euro, tutte scritte in italiano, indirizzate ai familiari e prevalentemente ai fratelli Pietro e Mario e al suo nipote Giovannino, riguardanti la genesi, il successo e le vicende della sua più celebre novella, la Cavalleria rusticana. Mai prima d’ora si era appreso nei particolari il punto di vista di Giovanni Verga nell’incredibile vicenda giudiziaria che coinvolse lo stesso scrittore contro Pietro Mascagni per l’omonima opera lirica tratta dal suo capolavoro letterario, pubblicato per la prima volta nel 1880. Le lettere, scritte da Milano e da Catania, vanno infatti dal 1880 al 1916 e costituiscono un patrimonio straordinario su quello che resta uno dei capolavori assoluti della storia della letteratura ed anche della musica. Ma Verga, in questo inedito gruppo di lettere, non si dedica solo alla Cavalleria rusticana “letteraria” e poi “musicale”, ma anche alla versione teatrale da lui stesso scritta in 3 giorni per l’attrice Eleonora Duse, che la mise in scena con grande successo il 14 Gennaio 1884 al Teatro Carignano di Torino. Straordinaria il telegramma del 5 Marzo 1887 in cui Verga domanda al fratello Pietro di “far spedire scena subito Alberto Buffi, amministratore Compagnia Duse Teatro Manzoni Milano”, così come la lettera del 14 Luglio 1887, spedita da Catania, in cui comunica al fratello Pietro che “la Cavalleria ha avuto a Parigi un successo immenso della Duse”. Lettere autografe che ricostruiscono il cammino e il successo della Cavalleria rusticana prim’ancora che Pietro Mascagni debuttasse con l’omonima opera lirica il 17 Maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma.
Numerose poi sono le lettere in cui Giovanni Verga commenta l’opera di Mascagni: “il libretto musicale dal Mascagni… una contraffazione e un plagio della nostra Cavalleria”, scrive Verga il 26 Ottobre 1890 da Milano al fratello Mario. “Tu spedisci immediatamente raccomandati all’Avv. Moise Amar, via Magenta 27 a Torino, i libretti della Cavalleria rusticana di Targioni-Tozzetti e del Giovanni Monleone”, riferendosi anche ad un’altra versione musicale del Cavalleria andata in scena ad Amsterdam, Ginevra, Budapest e Costantinopoli per opere di un altro giovane compositore di nome Giovanni Monleone. Una terribile controversia giuridica e finanziaria che la corrispondenza di Verga commenta nei minimi particolari, che vede il grande scrittore protagonista di un grave processo contro Sonzogno e lo stesso Mascagni, ma che rivela anche per la prima volta il successo internazionale. Una corrispondenza che rivela anche le letture di Giovanni Verga, i suoi travagli interiori e la sua biblioteca, quando in una lettera del 1 aprile 1891, da Milano, chiede al fratello Mario “l’elenco preciso dei volumi di Zola della serie dei romanzi Rougon-Macquarte, che sono legati in tela rossa”.
Infine, il terzo lotto, costituito da 198 lettere (e 20 telegrammi), per un totale di 540 pagine, messo all’asta per la cifra di 120.000,00 euro, inviate da Giovanni Verga alla madre, ai suoi fratelli e al nipote, addirittura dal 1869 al 1921, un anno prima della sua morte. Una corrispondenza autografa di eccezionale ricchezza umana e letteraria, interamente inedita, in cui Verga commenta la vita mondana e letteraria di Firenze (1869) e di Milano (1872), ma che rivela come il grande scrittore sia stato sempre legato alla sua terra e alla sua Sicilia, ai suoi affetti e alle sue proprietà e gestioni economiche e familiari. Un primo gruppo di lettere copre gli anni dal 1868 al 1878, per lo più scritte da catania, ad eccezione di 6 lettere scritte da Milano presso il Grand Hotel et de Milan, l’hotel dove soggiornavano Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi. La seconda parte della corrispondenza è composta da 53 lettere intime e confidenzievoli , indirizzate al nipote Giovannino, tra cui anche 8 lettere scritte sulla carta intestata del “Senato del Regno”, di cui Giovanni Verga fu senatore.
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