Sant’Agata è tornata in cattedrale. Si è concluso in mattinata kil giro interno molto più lungo del previsto fra incidenti e polemiche. Non era mai successo prima e qualcuno lo legge come un presagio. Sant’Agata si ferma in piena processione. Si è spezzato il cordone di sinistra del fercolo che trasporta le reliquie mentre era in corso la ‘salita dei Cappuccini a Catania. Qualcuno dei fedeli è caduto per terra. La processione per la Patrona della città, che era già in ritardo, si è fermata ed ha portato ulteriore ritardo. E’ il secondo incidente dopo il ferimento di una ragazza travolta da uno dei furgoni.

La processione ripartita

“C’è stata la grande maestria del maestro del fercolo e dei suoi collaboratori di fronte a questo imprevisto. Sono cose che capitano, bisogna saperle gestire. Meglio andare piano piuttosto che creare altri problemi. Tutto in sicurezza con un cordone di riserva” ha commentato l’arcivescovo metropolita di Catania, Luigi Renna in diretta dopo che si è spezzato il cordone di sinistra del fercolo che trasporta le reliquie di Sant’Agata mentre era in corso la ‘salita dei Cappuccini. ”

“Questa è una festa di popolo e quando ci si raduna c’è bisogno di un minimo di regole – ha aggiunto l’arcivescovo – quello che non condivido è quando per ascoltare la voce di qualcuno, di qualche ‘arruffa popolo’, non si tiene invece a quello che può fare riuscire una festa: c’è tanto lavoro da parte del comitato nello stabilire le regole e questo ha permesso lo svolgimento ‘normale’. Volere le regole significa volere il bene della persona”.

In mattinata il rientro in cattedrale ha concluso il giro interno.

Le bacchettate alla politica

Sant’ Agata “non è una persona debole, che si lascia andare al compromesso e alla corruzione, ma una donna la cui fede è stata solida come una colonna di granito. Non una donna che alla prima difficoltà ha rinunciato alla sua coerenza, ma che è rimasta fedele, sfidando ogni avversità” ha affermato l’arcivescovo metropolita Luigi Renna nel messaggio a Catania durante i festeggiamenti per la Patrona della città, Sant’Agata.

Da Catania a Palermo passando per Canicattì

Gli esempi di Mons. Renna toccano tutta la Sicilia, da catania a Palermo passando per Canicattì “Quanti di questi esempi ha la nostra Sicilia -ha aggiunto mons. Renna – non solo nel passato, ma anche nel presente, con i martiri che hanno sofferto e sono stati uccisi dalla mafia, come il beato Rosario Livatino di Canicattì, o che hanno rinunciato a tutto per condividere i loro beni con i poveri, come fratel Biagio Conte che ha fondato la Missione di speranza e carità nella sua Palermo! In questa terra di Sicilia segnata da tante sofferenze e da violenza, Dio non ha fatto mancare il dono di Santi, che ci insegnano come si vive … Sì perché a volte – ha osservato l’arcivescovo di Catania – noi non sappiamo più vivere da persone create ad immagine di un Dio d’amore. Non viviamo se abbiamo perso il centro della nostra vita che è il Signore; se non viviamo più nel rispetto e nell’amore del nostro prossimo; se contribuiamo ad alimentare l’ingiustizia e la creazione di disuguaglianza; se deturpiamo lo splendore della natura con scelte lente e poco coraggiose per non inquinarla”.

Il potere di Agata

“Noi abbiamo lo stesso potere di Agata – ha ricordato mons. Renna in un altro passaggio del messaggio alla città – quello di non scendere a compromessi con il male e di scegliere il bene, sapendo che così facendo avremo dato un segno che la nostra fede cristiana non è un oppio che addormenta la coscienza, ma è quel sale che dà sapore alla società, soprattutto quando questa diventa povera di valori, tentata di tornare ad essere il governo di pochi che tengono soggiogati gli altri nella precarietà, in problemi che si tarda a risolvere perché hanno paura di gente istruita e libera

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