Piloni di viadotti in cattive condizioni, svincoli bui e pericolosi, asfalto che lascia a desiderare e alcune colonnine per la richiesta di soccorso fuori uso. Questi sono solo alcuni dei problemi che da tempo immemore riguardano l’autostrada A19 Palermo-Catania.

Danni infrastrutturali riparati in modo temporaneo con continui cantieri provvisori che, nella migliore delle ipotesi, prevedono la chiusura di una carreggiata e, nelle peggiori, prevedono lunghe deviazioni con un flusso veicolare enorme di auto e mezzi pesanti che invade le strade di paesi talmente piccoli che non possono smaltire adeguatamente una mole di traffico tanto grande.

Il direttivo dell’associazione “Nessuno Resti Indietro” ha percorso il tratto di autostrada che da Catania porta a Palermo, e viceversa, con il suo presidente, Dottor Ernesto Calogero, e i due vice presidenti Carmelo Marino e Alessio Zizzo. “Un intervento – si legge nella nota – resosi necessario in seguito alle segnalazioni che abbiamo ricevuto da parte dei cittadini letteralmente inferociti per i problemi che devono affrontare tutte le volte che percorrono la più importante strada della Sicilia”.

Una struttura che attraversa l’intera isola e dove i pilastri sono stati costruiti trent’anni fa con la tecnica del cemento armato precompresso. Dall’inaugurazione, avvenuta nel 1975, ad oggi la Palermo-Catania non è cambiata di molto. “Ho riscontrato – dichiara Ernesto Calogero – nei pressi di Agira e vicino allo svincolo di Resuttano grosse criticità strutturali. Le stesse che riguardano la corsia che passa davanti ad un noto complesso commerciale e che, per un ampio tratto, è priva di segnaletica stradale orizzontale. Non solo, l’asfalto lascia a desiderare in più punti e le gallerie sono male illuminate. I continui lavori in corso, poi, deviano il traffico e formano rallentamenti. Cosa succederà in futuro se in questa strada i pendolari saranno costretti a pagare pure il pedaggio? Senza voler entrare nel merito, chi ha le responsabilità di questo impianto deve intervenire immediatamente perchè la mobilità sta alla base dello sviluppo della Sicilia”.