Cinque immobili per un valore complessivo di 3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Catania nell’ambito di indagini per bancarotta fraudolenta della Sigenco sistemi generali Spa, dell’imprenditore deceduto Santo Campione.
Si tratta di beni che fanno riferimento a Raffaele Partescano, di 46 anni, che, secondo la Procura di Catania, in qualità di amministratore della Fortuna srl, società costituita nel 2004 dai figli di Campione, avrebbe distratto 2 milioni di euro versati dalla Sigenco senza una valida giustificazione economica.
Indagata anche la vedova dell’imprenditore, Rosaria Arena, 66 anni, perché, scrive la Procura etnea, in concorso con il consorte, sarebbe stata la beneficiaria di un trasferimento di oltre 3 milioni di euro per la vendita di un terreno, ritenuta dalla Gdf completamente svantaggiosa per la Sigenco. La società edile con appalti in tutta Italia era stata dichiarata fallita nel 2013 con un passivo di 80 milioni di euro.
La Sigenco s.p.a., società già operante nel settore delle costruzioni edili, era stata dichiarata fallita nel 2013 dopo la revoca dell’ammissione alla procedura di concordato preventivo con un passivo di 80 milioni di euro. Già nel 2014 i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania avevano eseguito un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal locale Tribunale, su richiesta della Procura etnea, per oltre 3 milioni di euro per le ipotesi di bancarotta fraudolenta, truffa e falso attribuite all’amministratore pro tempore della società di capitali Santo Campione e il figlio Pietro.
La complessa attività investigativa diretta dalla Procura, articolatasi in più fasi nel tempo, veniva avviata in seguito allo sviluppo di alcune ‘segnalazioni di operazioni sospette’ nei confronti di Santo Campione, nelle quali erano evidenziati anomali flussi finanziari diretti dai conti correnti societari ai rapporti bancari intestati allo stesso amministratore e ai suoi più stretti congiunti. Tra le grandi opere realizzate e aggiudicate si ricordano l’aeroporto di Lampedusa, un lotto della strada “dei due mari” Gela – Santo Stefano di Camastra (Messina), un ospedale di Mazara del Vallo (Trapani), alcuni lotti dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, il parcheggio sotterraneo dell’ospedale San Martino di Genova, la Torre Biologica di via Santa Sofia, a Catania.
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