Barbara Mirabella venne arrestata con l’accusa di corruzione, a Catania, alla vigilia del voto per le elezioni regionali. Ora arriva la richiesta di archiviazione. Era finita agli arresti domiciliari l’ex assessore catanese, candidata alla Regione per Fratelli d’Italia.

Gli arresti a pochi giorni dal voto

Il 22 settembre erano scattati gli arresti domiciliari per la Mirabella, ex assessore comunale alla Cultura e Pubblica Istruzione nella giunta presieduta dall’allora sindaco Salvo Pogliese. Nell’inchiesta condotta dalla squadra mobile, sotto il coordinamento della Procura diretta da Carmelo Zuccaro erano coinvolti anche Francesco Basile, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia toracica del Policlinico Rodolico-San Marco di Catania e l’imprenditore Giovanni Trovato, amministratore delegato di un’azienda farmaceutica catanese. Basile è accusato di falso, corruzione e concussione. Trovato deve difendersi dall’accusa di corruzione.

Di cosa era accusata

L’impianto accusatorio dell’indagine verteva sul fatto che la Mirabella avesse ottenuto il pagamento di fatture emesse dalla Expo Srl per prestazioni ritenute non concernenti l’organizzazione di un Convegno medico alle Ciminiere di Catania da parte di un’altra società. In questo contesto, la stessa Mirabella avrebbe sfruttato i suoi buoni rapporti professionali con l’ex Rettore Basile e presidente della Società italiana di chirurgia. Si arriva alle scorse ore con la richiesta di archiviazione da parte del pm Fabio Regolo. Si attende ora la decisione del Gip in relazione alla richiesta del pm.

Attestati di solidarietà alla Mirabella

“La mia piena solidarietà va a Barbara Mirabella – dice il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Sallemi, componente della commissione Giustizia, – e non avevo alcun dubbio sulla sua innocenza. Stiamo parlando di una professionista affermata e di un amministratore pubblico che ha messo in campo competenza ed entusiasmo per Catania. A pochi giorni dalle elezioni regionali è arrivata l’ennesima inchiesta giudiziaria con un timing che fa riflettere. Un’inchiesta che vedeva Barbara Mirabella, che si trovava nel pieno della competizione elettorale, accusata di un reato grave quale la corruzione subendo per altro l’onta degli arresti domiciliari. Si tratta di atti che devastano umanamente, professionalmente e politicamente una persona e a ciò si aggiungono i titoloni in prima pagina, la diffusione delle intercettazioni e una campagna politica di killeraggio mediatico messa in piedi dagli avversari politici. Oggi ci ritroviamo ad apprendere la richiesta di archiviazione del pm per Mirabella e la notizia da un lato ci riempie di soddisfazione ma dall’altro ci impone di agire perché questa non può essere chiamata giustizia”.