Nata a Catania, strappata alla madre e tornata con un gommone in Sicilia ma con un decreto di espulsione sulle spalle. E’ l’incredibile vicenda che riguarda Sarah, figlia di genitori tunisini, oggi 20enne che voleva fortemente riabbracciare la mamma e i suoi tre fratelli rimasti a Catania. Della sua nota vicenda se ne occuperà il tribunale di Catania che ha fissato per il prossimo 24 gennaio l’udienza. Lei vuole rimanere in Sicilia dai suoi genitori ma deve superare l’ostacolo burocratico dell’espulsione. Una questione tipica che è stata sollevata con lo Ius Soli più volte riguardo la cittadinanza e i diritti acquisiti. Diritti che Sarah non ha sul piano formale.

E’ formalmente una clandestina

La giovane nella cittadina etnea è nata e cresciuta, ha frequentato le scuole. Poi la rottura tra i genitori con il divorzio, il padre da un giorno all’altro è tornato in Tunisia e l’ha portata con sé. Da allora, nonostante le sue continue richieste anche formali di voler tornare dalla sua famiglia in Sicilia, è stata costretta a rimanete in Tunisia per il mancato consenso del padre. Per questo nell’agosto scorso ha deciso di affidarsi a dei trafficanti. Con un gommone è tornata in Sicilia, sbarcando sull’isola di Pantelleria. Ma una volta identificata la questura di Trapani non ha potuto fai altro che darle un decreto di espulsione. deve tornare in Tunisia perché dio fatto, per la legge italiana, lei è una clandestina.

Il caso alla prima sezione civile

A trattare il caso giudiziario sarà la prima sezione civile del tribunale di Catania. Vicenda che è finita qui dopo il ricorso contro l’ordinanza del giudice di pace di Catania che ha dichiarato la sua incompetenza. A decidere sarà il giudice Rosario Maria Annibale Cupri. Il decreto di fissazione udienza è stato già notificato alla questura ed all’avvocatura dello Stato.

“Vuole vivere in Sicilia”

Sarah è nata a Catania il 2 maggio del 2003, figlia di due genitori tunisini) che si erano trasferiti a Catania, muniti di regolari visti e permessi, nel corso dell’anno 2000. A Catania Sarah è stata concepita, ha frequentato l’asilo, ha imparato a camminare ed a parlare, finché non sono arrivate le incomprensioni e liti domestiche. Il padre, senza alcun preavviso, arbitrariamente, tornava in Tunisia portandola con sé all’insaputa della madre. A nulla sono servite le denunce e querele, sporte dalla madre, che ha sempre continuato a vivere a Catania. Mentre Sarah non ha più potuto fare rientro in Italia senza il consenso mai prestato del padre che l’aveva sottratta alla madre. A nulla sono servite le istanze o le richieste di visto formulate dalla ragazza e dalla madre. “Questa giovane catanese – afferma l’avvocato della famiglia, Giuseppe Lipera – chiede solo di poter vivere insieme alla madre ed ai tre fratellini nella sua terra natia, eppure ha ricevuto un decreto di espulsione”.

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