Un incontro in prefettura alla presenza del vice sindaco Marco Consoli e l’ennesimo nulla di fatto. Il futuro dell’Amt di Catania è davvero appeso a un filo. Serviranno, infatti, almeno altri 10 giorni per conoscere il nuovo assetto della partecipata sempre se, come si legge in una nota dei sindacati autonomi, “si trovino i due componenti del Cda che, al momento, risultano irreperibili”.

La situazione è decisamente complicata e, per certi aspetti, grottesca: l’assemblea dei soci, infatti, per ben due volte non è riuscita a ridisegnare l’assetto societario. In questo senso lo statuto dell’Amt è molto chiaro: “Se, per dimissioni o per altre cause, viene a mancare la maggioranza dei consiglieri, si intende cessato l’intero Consiglio di Amministrazione; l’assemblea per la nomina del nuovo consiglio è convocata d’urgenza dagli amministratori rimasti in carica i quali potranno compiere nel frattempo gli atti di ordinaria amministrazione”. 

Secondo i segretari dei due sindacati autonomi, Moschella ( FAISA-CISAL) e Lo Schiavo ( FAST-CONFSAL ) l’amministrazione ordinaria “dovrebbe essere affidata ad un collegio sindacale” in modo da evitare che i provvedimenti presi attualmente “dall’unico superstite del consiglio di amministrazione”, ovvero il presidente Lungaro, vengano dichiarati nulli.

Peraltro, come si legge nella nota, “un gruppo di lavoratori ha incaricato l’avvocato Maurizio Benincasa di recuperare le somme che da quando Lungaro è presidente non vengono versate al fondo di categoria ‘Priamo’, ma che vengono regolarmente trattenute nelle buste paga”.

I sindacati autonomi hanno deciso di attendere un’altra settimana, poi proclameranno una prima battuta di scioperi di 4 ore.