Trentadue anni dopo la sua morte Catania ricorda il giornalista, scrittore e drammaturgo Giuseppe Fava.

Nato a Palazzolo Acreide, ma catanese d’adozione fu ucciso di fronte il teatro Stabile nella strada che oggi porta il suo nome. Aveva parcheggiato la sua Renault 5 e stava per aprire la portiera quando un killer gli sparò attraverso il finestrino: cinque proiettili calibro 7,65 lo raggiunsero al collo e alla nuca. Un delitto di mafia, commissionato per fare tacere una voce libera.

A Catania era diventato un giornalista scomodo e attraverso il mensile ‘I Siciliani’ che aveva fondato, un anno prima, conduceva numerose e scottanti inchieste contro l’intreccio mafia, affari e politica.

Per l’uccisione di Giuseppe Fava la prima Corte d’Assise di Catania ha condannato il boss Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, ritenendoli mandanti, e Marcello D’Agata, Francesco Giammuso e Vincenzo Santapaola, come organizzatori ed esecutori dell’omicidio. La Corte d’appello di Catania ha poi confermato le condanne all’ergastolo per Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, mentre ha assolto D’Agata, Giammuso e Vincenzo Santapaola che in primo grado erano stati condannati all’ergastolo come esecutori dell’omicidio. Sentenza confermata in cassazione nel mese di novembre del 2003.

Con una corona d’alloro sotto la lapide in via Fava, l’amministrazione comunale di Catania ha commemorato la sua scomparsa. Presenti, in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco, gli assessori Orazio Licandro E Rosario D’Agata. Altre le iniziative in programma nella sua città natale Palazzolo Acreide.

Oggi in città anche i rappresentanti del gruppo siciliano dell’Unci, l’unione nazionale cronisti italiani che hanno consegnato al giornalista Riccardo Orioles, firma storica de ‘I Siciliani’, fondato proprio da Giuseppe Fava.

Quest’anno è il primo senza la figlia del giornalista ucciso: Elena, scomparsa qualche settimana fa per una malattia.

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