Nemmeno un mese dall’inizio del campionato e per il Catania è già tempo di verifiche ed esami di riparazione. La sconfitta contro l’Akragas ha fatto malissimo alla classifica e al morale, però ha lasciato la consapevolezza che la strada, forse, è quella giusta.

L’applauso del Massimino a fine gara è un chiaro segnale che il pubblico catanese ha apprezzato la prestazione. Il Catania non sarà stato esaltante, ma ha giocato ed ha creato numerose occasioni. Facile obiettare che per vincere le partite bisogna metterla dentro ( in effetti il Catania c’era riuscito, se è vero che il gol di Calil non era da annullare ), è vero. Il Catania ha qualche difficoltà di realizzazione, ma contro l’Akragas hanno pesato sfortuna e bravura del portiere agringentino.

Premessa doverosa per introdurre i temi del possimo incontro, il recupero della gara contro il Fondi rinviata per la concomitanza dell’arrivo di Renzi a Catania per la festa dell’unità.

Senza esagerare, quella contro il Fondi è una partita da vincere a tutti i costi. In primis per eliminare definitivamente il meno in classifica ( operazione riuscita fino a pochi secondi dalla fine del derby di domenica ), ma anche per ritrovare l’entusiasmo necessario a proseguire una stagione, cominciata, forse, con troppe difficoltà.

Pietro Lo Monaco ha confermato la fiducia a Pino Rigoli che, al momento, non è sulla graticola. E’ chiaro, però, che se i risultati non dovessero arrivare, qualcosa l’ad rossazzurro cambierà e, in questi casi, a pagare è sempre il tecnico.

Il pubblico del Massimino non ha condiviso la sostituzione di Andrea Di Grazia, ma è giusto dire che al suo posto è entrato Russotto e non l’ultimo arrivato. Se c’è qualcosa da imputare al tecnico è la gestione della gara: le partite che non si riescono a vincere, è meglio pareggiarle, ed il Catania contro l’Akragas ha perso, regalando, di fatto, tre punti alla squadra di Raffaele Di Napoli che ha ringraziato e portato a casa.