Catania in festa per la Patrona | Sant’Agata tra la gente

il giro interno della città

Catania è in festa per la Patrona Agata. Il fercolo ha varcato nuovamente le porte della Cattedrale e si è affacciato su piazza Duomo, gremita di fedeli e turisti.

Il suono delle campane, lo sventolio dei fazzoletti bianchi e i fuochi d’artificio annunciano che Agata è di nuovo tra i ‘suoi’ concittadini per il giro interno tra le vie principali del centro storico, il “salotto” della città.

La processione procederà lentamente per via Etnea, attraversando piazza Università, mentre l’arcivescovo, monsignor Salvatore Gristina, guiderà le preghiere dei fedeli fino a piazza Stesicoro.

Proseguendo in direzione Nord, la “vara”, annunciata dalle candelore, una volta giunta davanti alla Villa Bellini, imboccherà via Caronda per dirigersi verso piazza Cavour.

Sarà già notte inoltrata quando andrà in scena il tanto atteso spettacolo pirotecnico che illuminerà a giorno il cielo sopra l’antico quartiere del “Borgo”.

Inizierà, quindi, la discesa lungo la via Etnea fino ai “Quattro Canti”, dove alle prime ore del mattino, condizioni meteorologiche permettendo, i devoti si cimenteranno nella coinvolgente corsa sulla ripida e stretta via di Sangiuliano. Si tratta di un momento particolarmente sentito, tanto che secondo il folclore popolare il suo esito positivo o negativo costituirebbe un segno di buono o cattivo auspicio per l’annata a venire.

Dopo le grida di trepidazione per la “salita di Sangiuliano”, quando il corteo transiterà per via Crociferi, in pochi attimi calerà il silenzio per lasciare spazio al suggestivo canto delle monache di clausura di San Benedetto.

Da qui il fercolo, passando davanti al monumento in onore del cardinale Dusmet in piazza San Francesco D’Assisi, da via della Lettera muoverà per via Garibaldi, ultima tappa dell’itinerario, che si concluderà con la corsa in Cattedrale.

Sarà già mattina (di sabato 6 febbraio) quando, dopo le celebrazioni di benedizione e ringraziamento, Sant’Agata tornerà a riposare nella sua “Cammaredda” tra la commozione, la preghiera, le invocazioni, le lacrime dei devoti, ansiosi di poter presto rincontrare l’amata Patrona.

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