Presentato a Catania il Comitato nazionale “Di sana e robusta costituzione” per il “sì” al referendum sulla riforma costituzionale.

Ad illustrare le ragioni del nuovo organismo, che nei prossimi mesi sarà presente in tutta Italia,  sono stati il presidente nazionale, il sottosegretario Giuseppe Castiglione, il coordinatore scientifico, Felice Giuffrè ed il segretario generale e consigliere regionale della Basilicata, Aurelio Pace, presente anche il presidente della commissione Statuto all’Ars, Nino D’Asero.

“La riforma – ha affermato Castiglione – è strategica per riaffermare una Costituzione robusta e che può ancora dare prosperità, futuro e sviluppo. Per questo  coinvolgeremo  migliaia di associazioni e cittadini in un grande movimento nazionale che certamente vedrà la partecipazione della società civile, ma anche del mondo delle istituzioni”.

Obiettivo del Comitato far conoscere nei dettagli agli italiani la legge che modifica la seconda parte della Carta, “perché – ha sottolineato il presidente Castiglione  – è giunto il momento che  si parli del testo che andrà al vaglio dei cittadini”.

“Una riforma  – ha aggiunto  –  che dà solidità alle istituzioni e soprattutto velocizza il procedimento legislativo. Si è parlato per decenni di superamento del bicameralismo perfetto, oggi questo si può realizzare: sarà una sola Camera a legiferare, non ci saranno più 315 senatori ma ci saranno 100 delegati dalle Autonomie territoriali e ci sarà un rapporto molto chiaro tra Stato e Regioni, con le grandi scelte strategiche affidate allo Stato”.

Per Castiglione: “Si concretizza così il sogno dei padri costituenti con un Senato delle Regioni e della autonomie locali.  Inoltre anche nella Costituzione si supera l’istituzione delle province con  l’ingresso delle aree metropolitane, si chiude il Cnel, un organismo ormai pletorico, e  soprattutto non ci sarà una concentrazione di potere nelle mani del Presidente del Consiglio, come qualcuno va dicendo”.

A fargli eco il costituzionalista Felice Giuffrè: “La riforma coglie gli spunti che sono stati presenti nelle varie proposte da 30 anni a questa parte e modernizza un sistema istituzionale che nel 1946/47 ha dato buona prova e nei successivi 50 anni ha funzionato benissimo, ma il mondo è cambiato ed è necessario modificare e legittimare quella parte della Costituzione che i cittadini non sentono più propria. La Carta non verrà stravolta nella prima parte che contiene le garanzie dei diritti delle libertà. Si tratta di adeguare le formule organizzative affinché parlamento e governo sappiamo meglio rispondere alla esigenze dei tempi mutati; solo così, come avviene in tutti i paesi,  rimarrà una sana e robusta Costituzione”.

“Con la nuova legge – ha invece affermato  il segretario generale,  Aurelio Pace – si avrà un sistema di governance coerente con la volontà di snellire lo Stato e che risponde alle esigenze che tutte le precedenti riforme (1983 Bozzi, 1993 De Mita-Iotti, 1997 D’Alema e 2006 Berlusconi)  hanno posto al centro: superamento del bicameralismo perfetto, riduzione dei costi della politica e ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni”.