Alcuni locali del centro di Catania sono stati sequestrati al termine di un maxi blitz a tutela della salute pubblica ad opera della polizia.
L’operazione è iniziata il 30 dicembre su disposizione e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catania. Il personale della Polizia di Stato del Commissariato Centrale, con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, della Divisione Polizia Amministrativa, del Reparto Cinofili e della Polizia Scientifica della Questura di Catania, ha eseguito un decreto di perquisizione su otto locali del centro etneo tra cui tre ristoranti, un minimarket e quattro depositi del tutto abusivi, utilizzati per lo stoccaggio di alimenti in totale violazione delle più elementari regole per la salvaguardia della salute pubblica.
Al termine del blitz è stato scoperto un sistema per la vendita di alimenti scaduti, adulterati, in pessimo stato di conservazione, con etichettatura manipolata e contraffatta. Tutti i prodotti sono stati sequestrati. Il blitz è stato preceduto dalla chiusura di alcune attività tra “Osteria Panecaldo”, “Piscaria” e “Antica Salumeria”, nei quali erano state rinvenuti 800 chili si pesce in cattivo stato di conservazione, ricongelato più volte e altamente nocivo per la salute, e altri prodotti destinati alla vendita con etichettatura abrasa o somministrati oltre il termine di scadenza e di dubbia provenienza.
L’operazione di polizia ha consentito anche di impedire che diverse tonnellate di alimenti avariati venissero immessi sulle tavole dei consumatori o somministrate nei ristoranti “Il Cantiniere”, “Il Nerello” e “Filumena”, che sono stati sottoposti a sequestro preventivo e chiusi. Sequestrato anche un minimarket in viale della Libertà, e quattro depositi.
In totale sono state denunciate cinque persone, per reati quali adulterazione, contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate, frode in commercio, ricettazione e violazione di sigilli, per furto aggravato di energia elettrica, in quanto in tutti i locali suddetti, sia i ristoranti che i depositi, l’alimentazione degli impianti avveniva a mezzo di allacci abusivi alla rete di distribuzione.
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