Situazione finanziaria del comune di Catania irreversibile. Con un’esposizione debitoria di oltre un miliardo e mezzo di euro, ogni intervento sul piano di riequilibrio appare come una cura palliativa.  Sulla base di questo assunto la Sezione di controllo della Corte dei Conti ha dichiarato il default. I magistrati contabili, nell’interesse generale, non intravedono altra strada nel risalire la china che la dichiarazione di dissesto.
“L’esito dell’attività di controllo – recita la deliberazione numero 153, sul controllo semestrale del piano di riequilibrio – che comunque si ricollega a quelli delle precedenti verifiche sul piano di riequilibrio svolte in riferimento agli esercizi 2014 e 2015, consente una rappresentazione della situazione economico- finanziaria contraddistinta dalla sussistenza di gravi e rilevanti irregolarità contabili registrate nel corso degli ultimi esercizi finanziari, oltre che della sussistenza di un considerevole ammontare di passività, in gran parte sottostimate al momento dell’approvazione del piano che, in ogni caso, alla data odierna appaiono tali da non consentire l’attuazione del programma di risanamento e che, viceversa, evidenziano un preoccupante definitivo consolidamento e, per talune di esse, addirittura in sostanziale aggravamento”.

Nel dettaglio di una situazione di crescente criticità: il disavanzo di amministrazione, quantificato in euro 140.106.096,00 al 31 dicembre 2012, è passato ad euro 169.706.813,80 al 31 dicembre 2014, per essere ridefinito a 580.987.451,22, a seguito di un nuovo accertamento straordinario dei residui ai sensi del decreto legislativo n. 118/2011.

I debiti fuori il bilancio da ripianare al momento dell’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale ammontavano a circa 86 milioni di euro, dei quali 25 milioni vantati dalle società partecipate e ulteriori 8 milioni di euro quali debiti fuori bilancio potenziali, per un totale di debiti da ripianare pari a 94 milioni di euro. Alla data del 31 dicembre 2014, l’esposizione debitoria risultava notevolmente incrementata, attestandosi a circa 131, i milioni di euro, dei quali 87,8 milioni riconosciuti e 43,2 milioni ancora da riconoscere. Tale girandola di numeri è continuata a crescere vorticosamente, fino a raggiungere la cifra di oltre un miliardo e mezzo.

La sezione di controllo rileva, inoltre,”la presenza di innumerevoli irregolarità in ordine al processo di ripiano intrapreso dall’ente, legate all’errata e diversa distribuzione delle quote accantonate, vincolate e destinate del risultato di amministrazione dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 e da ultimo al 31 dicembre 2016, nonché all’assenza e alla sottostima di rilevanti fondi obbligatori per legge, tra cui principalmente il fondo perdite società partecipate e il fondo contenzioso/passività potenziali”.

I magistrati contabili, nella deliberazione 154, hanno bacchettato il comune etneo anche in merito alla stabilizzazione del personale precario. Secondo la Sezione di controllo, l’iter avviato non appare conforme ai principi stabiliti dalla normativa nazionale e regionale, né coerente con i principi espressi dalla giurisprudenza contabile. Non ci sarebbero state, insomma, le coperture di cassa per la stabilizzazione e il Comune, dunque, avrebbe dovuto agire con maggiore prudenza.

Il sindaco della città etnea, Salvo Pogliese, ha subito convocato una conferenza stampa, in cui ha chiesto la collaborazione di tutti .
“La delibera che è stata adottata – ha detto il sindaco – nel corso dell’adunanza dello scorso 4 maggio è un pronunciamento inequivocabile: la Corte ha accertato la sussistenza delle condizioni per il dissesto finanziario del Comune”.

Ha esordito con queste parole il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, rivolgendosi ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa convocata per rappresentare alla città la situazione debitoria del Comune. Che ammonta a 1.580.078. 603, 99 euro al 15 giugno 2018, così come emerso dopo la ricognizione effettuata in queste settimane dall’assessore al Bilancio e vicesindaco Roberto Bonaccorsi.

“Se è vero – ha aggiunto Pogliese – che una parte dell’evasione riguarda coloro i quali non possono pagare, una parte rilevante riguarda coloro che fanno i furbi e non vogliono, e la capacità stessa del Comune di incassare quanto accertato, in passato è stata uguale a zero. Avevo promesso ai miei concittadini di parlare il linguaggio della verità e della trasparenza dell’azione amministrativa, per questo abbiamo inteso rappresentare alla città qual è l’esatta situazione debitoria.  Il pronunciamento della Corte è arrivato, e adesso ci muoveremo immediatamente per prendere le decisioni del caso. Dobbiamo valutare ciò che è meglio per la città. Invito tutti al senso di responsabilità; non è il momento delle polemiche, non ne farò; anche se le modalità della deliberazione della Corte individuano abbastanza chiaramente quello che è accaduto negli anni scorsi. Avvieremo un confronto nel merito con le istituzioni e la politica regionale e nazionale”.

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