• Tentata estorsione al re dei torroncini siciliani, il Cavaliere Condorelli
  • La vittima denunciò tutto ai carabinieri, oggi gli arresti dell’operazione a Catania 
  • Il pacco con un biglietto con la scritta “cercati un amico”
  • Faraone (Italia Viva) esalta il coraggio dell’imprenditore su Facebook

Una tentata estorsione aggravata ai danni dell’industria dolciaria “Condorelli” di Belpasso è stata ricostruita dai Carabinieri nell’ambito dell’indagine che ha fatto scattare oggi 40 arresti tra Catania e Siracusa.

Oggi i 40 arresti dei Carabinieri

Sono 40 le persone indagate nell’ambito di una operazione coordinata dalla Dda di Catania ed eseguita da 300 Carabinieri. Il Gip ha ordinato il carcere per 30 soggetti e i domiciliari per altri 10 indagati. Tutti sono considerati appartenenti alle famiglie mafiose afferenti al clan “Santapaola-Ercolano”, articolato in gruppi stanziati sul territorio della provincia di Catania. Il provvedimento colpisce in particolare il gruppo di Paternò storicamente diretto dalle famiglie Alleruzzo, Assinnata e Amantea e il gruppo di Belpasso.

Le indagini della Dda di Catania

L’indagine ha permesso anche di disarticolare tre diverse associazioni per delinquere finalizzate al traffico di stupefacenti ed è stata contestata anche una tentata estorsione alla fabbrica dolciaria catanese. Come chiarito dagli investigatori del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, tra le attività criminali condotte dai gruppi mafiosi riconducibili alla famiglia Santapaola-Ercolano e operanti in provincia di Catania, è stato documentato anche il progetto di far arrivare ingenti carichi di cocaina dall’Ecuador occultata in container contenenti banane, nonché il tentativo di estorsione ai danni della nota azienda dolciaria siciliana “Condorelli”, non andato a buon fine grazie alla ferma opposizione della vittima che si è rivolta ai carabinieri.

La tentata estorsione nel 2019 a Condorelli

Nel mirino del clan di Belpasso decimato dagli arresti dell’operazione ‘Sotto Scacco’ c’è quindi anche il cavaliere Condorelli, il produttore dei torroncini di Sicilia. Nel 2019 gli affiliati del gruppo malavitoso legato al clan Santapaola-Ercolano avevano recapitato un pacco con un biglietto con la scritta “cercati un amico” e una bottiglia incendiaria. Condorelli ha denunciato il tentativo di estorsione ai Carabinieri. Nella conversazione agli atti dell’inchiesta i due parlano dei rischi che si posso corre al tentativo di estorcere denaro a un personaggio di rilievo nazionale come il produttore dei torroncini e così la mafia dell’hinterland pedemontano dell’Etna cambia strategia criminale: abbandona l’idea di compiere l’estorsione a Condorelli.

Davide Faraone (Italia Viva) su Facebook ne esalta il coraggio

“Questo è il Sud che merita le copertine e abbatte gli stereotipi. Il Sud del coraggio e della libertà. Grazie Giuseppe, il tuo esempio vale più di ogni altra cosa”. Così su Facebook il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone che con un lungo post commenta il blitz di oggi con 40 mafiosi arrestati grazie alle denunce di Giuseppe Condorelli, CEO dell’omonima azienda storica produttrice di dolciumi.

“Sono orgoglioso di conoscerti – scrive – e fiero della Sicilia che rappresenti e che esporti in tutto il mondo. Quella di Giuseppe è una storia dal sapore di libertà. È la storia di un uomo, di un imprenditore, che non ha abbassato la testa davanti al ricatto mafioso. È la storia del cavaliere Giuseppe Condorelli e del suo coraggio”.

“Siamo a Belpasso – continua Faraone – pochi chilometri da Catania. Terra di straordinaria bellezza e commovente laboriosità, ma anche terra sulla quale Cosa Nostra, da sempre, pretende di dettare la propria legge. E Cosa Nostra, da quelle parti, porta cognomi pesanti: Santapaola, Ercolano e i clan a loro legati. Nomi che incutono paura, pretendono rispetto, ma meritano solo disgusto, proprio come i parassiti. Parassiti, perché si nutrono del sudore altrui per alimentare i propri disegni criminali. Spesso gli va bene, la paura di denunciare è tanta, altre volte, come in questo caso, sbattono il muso contro un muro di dignità”.

“Il cavaliere Condorelli, CEO dell’omonima azienda storica produttrice di dolciumi – racconta – riceve i soliti inviti cordiali a ‘mettersi in regola’, che poi si trasformano in minacce e infine diventano atti violenti. Come nel 2019, quando a Giuseppe viene recapitato un pacco con un biglietto, la scritta “mettiti a posto o (sic) ti facciamo saltare in aria, cercati un amico” insieme a una bottiglia incendiaria. Quello che i mafiosi non sapevano è che Condorelli aveva già denunciato i tentativi di estorsione ai suoi danni da molto tempo. Come è giusto che sia, come dovrebbe essere sempre”.

Conclude Faraone: “Oggi la svolta, 40 arresti, decapitata la famiglia mafiosa di Belpasso e Paternò. Grazie alle denunce di Condorelli e al lavoro continuo di magistrati e forze dell’ordine, da quelle parti, oggi si respira una nuova aria”.

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