Beni per 31 milioni di euro sono stati confiscati dalla Polizia di Catania all’imprenditore Michele Guglielmino, ritenuto vicino alla cosca Cappello, operante nel settore della grande distribuzione di generi alimentari.

Il provvedimento, eseguito dalla divisione anticrimine e dalla squadra mobile, è stato emesso su proposta del questore e su richiesta della Procura distrettuale. Riguarda 12 supermercati della catena ‘G.M.’, un distributore di carburanti, sette immobili tra terreni e fabbricati, cinque veicoli e numerosi conti correnti e rapporti finanziari intestati ai familiari, ma per l’accusa tutti riconducibili all’interessato.

Il Tribunale ha disposto per Guglielmino anche la sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni. Indicato come “attivo nel traffico degli stupefacenti”, l’imprenditore è indicato come “vicino al clan Cappello per contesto familiare e ambientale di riferimento e dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia”.

Per la Dda si è “distinto nella capacità di inserirsi nel mercato della grande distribuzione di generi alimentari, reimpiegando il denaro, provento delle attività illecite, nell’acquisto di beni e nella costituzione di numerosi supermercati e attività commerciali intestate ai familiari”

La Questura lo definisce “molto vicino a Angelo Cacisi, elemento di vertice del clan Cappello, al quale ne aveva anche favorito la latitanza”. Guglielmino era stato arrestato in passato dalle squadre mobili di Catania e Enna in diverse operazioni antidroga. Parte dei beni confiscati erano stati già sequestrati nel 2018 dalla polizia del capoluogo etneo.

Sempre oggi in un’altra operazione di natura completamente diversa è scattato il sequestro di due onlus nel Palermitano.

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale del capoluogo nei confronti di sei soggetti, accusati tra l’atro di falso, associazione a delinquere, truffa allo Stato e frode nelle pubbliche forniture. L’indagine su due associazioni nel trasporto per gli emodializzati è stata coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca della Dda.

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