Nel processo che si apre oggi in corte d’Assise a Mamadou Kamara il 18enne ivoriano accusato di avere ucciso il 30 agosto 2015 nella loro villa di Palagonia per rapina Vincenzo Solano, 68 anni e sua moglie Mercedes Ibanez, 70, che sarebbe stata pure violentata, c’è una richiesta di costituzione di parte contro Il Viminale responsabile civile.

Lo sfogo della figlia: ‘Morti per colpa dello Stato’

La richiesta è stata depositata dal legale delle due figlie delle vittime, l’avvocato Francesco Manduca, nel processo all’immigrato che inizia oggi.

Secondo il penalista il ministero dell’Interno ha ‘culpa in vigilando’, sarebbe stato dunque responsabile dell’imputato che si è allontanato nelle ore notturne dal Cara di Mineo cosa che è vietato fare e la mattina dopo è rientrato nel Centro di accoglienza richiedenti asilo dopo avere trucidato la coppia. Il Viminale, secondo il penalista, avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto nel modo corretto.

Per Rosita Solano, una delle due figlie: “Ho piena fiducia nella magistratura, ma sono amareggiata da parte delle istituzioni dello Stato che dal giorno dei funerali dei miei genitori non si sono fatti più sentire”.

La donna che è parte civile nel procedimento ha poi detto: “Noi vogliamo soltanto la verità, tanto i miei genitori non torneranno mai più”.

Per un difetto di notifica il processo è slittato al prossimo 30 giugno. Lo ha deciso la corte, accogliendo una richiesta della difesa.

Secondo la Procura di Caltagirone, il giovane, che avrebbe agito da solo, avrebbe fatto irruzione nella casa in piena notte e picchiato i due coniugi per rapinarli, e avrebbe anche violentato la donna, gettandola poi da un balcone. Era stato fermato da militari dell’esercito e dalla polizia all’ingresso del Cara di Mineo, dove era ospite dopo uno sbarco, con indosso i vestiti di Solano, che gli stavano larghi: i suoi abiti, insanguinati, erano in un borsone.

Le indagini sono state eseguite dalla squadra mobile di Catania e dal commissariato di Caltagirone.

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