Non si placano le polemiche e i malumori dei ristoratori sul nuovo Dpcm entrato in vigore il 3 dicembre, soprattutto sul tema mobilità e spostamenti tra comuni nei giorni 25-26 dicembre e 1 gennaio, giornate in cui il divieto riguarda i movimenti tra un Comune e l’altro.

“Questa norma voluta e difesa con forza fino ad oggi dal governo ci sembra assurda e penalizzante – dichiara Giovanni Trimboli, presidente dei ristoratori della provincia di Catania aderenti a FIPE – Confcommercio -. Non si capisce perché tutti i giorni possiamo muoverci in zona gialla senza vincoli e fare quello che ci pare in libertà, mentre in quei giorni si impedirà il ricongiungimento familiare, proibendo di andare a trovare i propri cari o di recarsi a pranzare insieme al ristorante se non si è residenti nello stesso Comune visto che fino al giorno prima è consentito”.

L’attaccoè frontale  e riguarda non solo il divieto di cenone ma anche le limitazioni imposte a pranzo quando, in teoria, è possibile andare al ristorante. “Abbiamo l’impressione che il Governo non conosca bene il territorio nazionale, fatto da comunità satelliti e da paesi che distano pochi chilometri uno dall’altro e ad una manciata di minuti di macchina dal centro città. La ristorazione ingiustamente continua a pagare il prezzo più alto per colpa di una politica bullonata alla poltrona, che ad oggi non ha portato nessun risultato utile dopo nove mesi dalla prima ondata” sostiene il presidente Trimboli che non usa giri di parole.

“Le perdite del settore somministrazione sono ormai incalcolabili, bisogna che si trovi una soluzione di buon senso. Non possiamo più acconsentire tutto ciò che senza alcun risultato ad oggi ci viene imposto da una classe politica che sta facendo morire migliaia di imprese”.

Alle norme del Dpcm nazionale da lunedì si aggiungono quelle dell’ordinanza Musumeci di ieri sera che per la ristorazione pone unaltro obbligo fr gli altri. “I titolari di ristoranti e pizzerie – recita l’ordinanza –  hanno anche l’obbligo di conservare l’elenco dei clienti serviti ai tavoli per un periodo di almeno due settimane, nel rispetto della normativa vigente sulla tutela dei dati personali, così da garantirne la disponibilità per le autorità sanitarie”.

La prossima settimana ci sarà una nuova Conferenza Stato-Regioni nel corso della quale una opposizione politica bipartisan chiederà al Governo (nazionale)  un passo in dietro su questa decisione (contenuta nel dpcm Natale). “Per questo chiediamo che la politica faccia sistema insieme alle associazioni di categoria per fare pesare la netta presa di posizione – conclude Trimboli -. Sarebbe importante, secondo il nostro avviso, che il sindaco della città metropolitana di Catania Salvo Pogliese si faccia carico presso la Regione come porta voce di una città che ha già pagato abbastanza e che il presidente Musumeci alzi la voce contro questa ennesima paradossale presa di posizione che non ha nessuna valenza scientifica. Avremmo a questo punto preferito restare in zona rossa, almeno avremmo davvero contrastato il virus”.

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