Fatto un altro passo, decisivo, verso il rinnovo del Distretto Agrumi di Sicilia. Con l’assemblea straordinaria di lunedì 5 aprile si è conclusa la fase propedeutica alla presentazione dell’istanza di riconoscimento che il Distretto si appresta a depositare alla Regione siciliana.

Davanti al notaio, infatti, lunedì scorso la società consortile “Distretto produttivo degli agrumi di Sicilia” ha deliberato un aumento del capitale sociale e il contemporaneo ingresso di 38 aziende della filiera agrumicola siciliana che vanno ad aggiungersi a quelle già socie, per un totale di 54 soggetti tra aziende di produzione singola ed associata, commercializzazione, trasformazione, logistica ed imballaggi con sede in varie parti della Sicilia. In particolare hanno sottoscritto la quota 19 aziende di produzione, 10 organizzazioni di produttori e 6 cooperative agricole (che aggregano nell’insieme moltissime aziende), 6 aziende di commercializzazione, 4 di trasformazione, una di imballaggi, una di macchinari agricoli, una di logistica, accompagnate da tutti i Consorzi di tutela delle produzioni di qualità (Arancia di Ribera Dop, Limone di Siracusa Dop, Limone Interdonato Dop, Arancia rossa di Sicilia IGP) e dalle associazioni che hanno chiesto il riconoscimento (Mandarino tardivo di Ciaculli e Limone dell’Etna).

«Le aziende del territorio siciliano – commenta Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia – hanno accolto l’invito a divenire maggiormente protagoniste del percorso che abbiamo portato avanti in questi anni. Hanno raccolto la “sfida” di fare massa critica e partecipare in maniera attiva a un Distretto che rispetto al passato è più forte e potrà essere più incisivo, nel rispetto dei ruoli e delle competenze di tutte le parti in causa». L’obiettivo resta valorizzare al meglio la produzione agrumicola siciliana e permettere alle imprese, alle OP, ai Consorzi di Tutela, alle organizzazioni di categoria e agli entri pubblici e di ricerca di fare davvero squadra, ognuno nel rispetto delle rispettive “mission” e prerogative.

«Abbiamo dato vita al “nuovo” Distretto così come pensavamo giusto che fosse strutturato, con le aziende della filiera non solo sottoscrittrici del Patto, ma anche “socie” del Distretto – aggiunge Argentati -. Il nuovo Distretto è uno strumento, nell’insieme, davvero rappresentativo della filiera agrumicola siciliana, mai realizzato in Sicilia in questi termini. Adesso faremo un preciso monitoraggio delle superfici, dei fatturati e delle specificità che costituiscono il Distretto Agrumi di Sicilia. E’ stato un passaggio necessario, non solo formalmente. Almeno fino al prossimo anno non potranno entrare nuove aziende, mentre i soggetti “partner” possono ancora sottoscrivere il Patto di sviluppo. Intanto procederemo alla presentazione dell’istanza di riconoscimento all’Assessorato Attività Produttive della Regione. Per il resto comincerà un lavoro interno alla base necessario a rafforzare le sinergie esistenti e a crearne di nuove».

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