“In una terra come la nostra non possono scomparire 600 posti di lavoro in silenzio. Potrebbero scomparire, nel silenzio dei grandi media e della politica che conta, solo se vi fosse una buona alternativa per garantire i livelli occupazionali ai lavoratori”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, nel partecipare in veste istituzionale alla manifestazione di protesta a Catania contro la chiusura del call center “Qè” di Paternò. Il corteo, organizzato dalle sigle sindacali, si è snodato da piazza Roma fino a via Santa Maria la Grande dove si trova il palazzo dell’Esa, sede catanese del governo regionale.
Caputo aveva già espresso nei giorni scorsi, anche attraverso la campagna virale #IOSONOQÈ, la massima solidarietà ai lavoratori, assicurando ogni possibile collaborazione per salvaguardare l’occupazione di quanti rischiano di uscire dal mercato del lavoro in seguito al fallimento della società.
Il call center gestisce il servizio per conto di importanti aziende ed enti come Sky, Wind, Enel e Inps.
Tante le incertezze per i lavoratori, dopo la cassa integrazione, i contratti di solidarietà ed il fallito tavolo tecnico in Prefettura a Catania con il passo indietro delle società Gpi e Transcom, che avevano manifestato l’interesse ad acquistare il call center.
Le deputate dem, Luisa Albanella e Concetta Raia, hanno sollecitato attraverso delle interrogazioni l’apertura di un tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico “al fine di trovare soluzioni idonee alla salvaguardia del posto di lavoro, in un territorio già segnato da una profonda crisi economica ed occupazionale quale quello della provincia di Catania”.
Una delegazione, composta da Cisl, Cgil e alcuni lavoratori è stata ricevuta da un componente del gabinetto del presidente della Regione: “Abbiamo chiesto che si faccia carico di parlare con i committenti di Qè, Sky, Wind, Enel ed Inps, perché in questi giorni di volumi di traffico indeboliti si sforzino di capire le ragioni dei lavoratori – spiegano i segretari di Slc Cgil e Fistel Cisl di Catania, Davide Foti e Antonio D’Amico- inoltre abbiamo chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Crediamo che questa protesta stia creando le condizioni per aprire il caso e trovare nuove soluzioni”.
Al corteo hanno partecipato anche il sindaco di Paternò, Mauro Mangano e diversi parlamentari.
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