Non si chiude il caso del crollo via Castromarino, a Catania, in seguito ai lavori di costruzione della metropolitana. A ben tre anni di distanza dal tremendo disastro non si è ancora arrivati a una conclusione oggi un’altra udienza. Il caso è il crollo degli immobili di via Castromarino che nel centro storico di Catania ha costretto ben 14 famiglie a lasciare la propria abitazione dopo i lavori della tratta della metropolitana da Stesicoro a Fontanarossa. I lavori vennero eseguiti dalla cooperativa CMC. Il crollo era avvenuto il 20 gennaio 2020.
Nuove memorie dl legale Giuseppe Lipera
Il legale Giuseppe Lipera deposita in udienza altre memorie a sostegno all’opposizione all’archiviazione del procedimento penale descrivendo le presunte “anomalie delle attività d’indagine svolte dal PM. in relazione al disastro di Via Castromarino”. Secondo il legale infatti il Pm “nel formulare la errata richiesta di archiviazione ha mancato di espletare tutte le attività d’indagine necessarie ad acclarare compiutamente, o per escludere definitivamente, la sussistenza di una responsabilità alla quale ricondurre l’evento catastrofico che ha coinvolto la Via Castromarino, e che, senza dubbio alcuno, rappresenta uno degli eventi più tristi e assurdi verificatesi in Italia”.
Le presunte responsabilità del PM
Il pm avrebbe, sempre secondo Lipera, mancato di “recepire acriticamente le conclusioni di una c.t.p. che ha mancato clamorosamente d’illustrare in modo puntuale “le cause del crollo avvenuto” e le precauzioni – ove esistenti – per evitarlo”. Secondo il legale, inoltre, vi sarebbe “la prova scientifica che l’azienda appaltatrice non aveva alcuna cognizione della qualità del terreno che aveva deciso di escavare tramite T.B.M”.
“Anomalie nelle attività d’indagine”
E poi si chiede “se i lavori di escavazione sottostanti l’edificio di Via Castromarino 11 non fossero stati effettuati al buio – come è stato acclarato – nella totale ignoranza della consistenza esatta del sottosuolo, si sarebbe potuto evitare il disastro occorso il 19 gennaio 020? E se si poteva evitare, quali accertamenti erano necessari? Quali accortezze bisognava adottare?” Per questo ora arriva l’opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento.
L’opposizione all’archiviazione
In ultima analisi, il legale chiede “la prosecuzione delle indagini, e la disposizione di una nuova consulenza tecnica per determinare le cause del crollo, la prevedibilità dello stesso, l’adeguatezza delle indagini geologiche per la realizzazione del progetto esecutivo, l’adeguatezza dei sistemi di scavo rispetto al modello geologico sottostante, l’adeguatezza dei sistemi di monitoraggio in fase esecutiva ed ogni altra indagine volta all’individuazione di una condotta alternativa che avrebbe potuto evitare il crollo dell’edificio d per giungere alla dovuta imputazione degli indagati”.
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